"The Hateful Eight" boicottato dai poliziotti Usa: Tarantino, clamoroso flop al botteghino
La vendetta e' un piatto che si serve freddo, per usare un'immagine da trama “western”. I poliziotti americani avevano lanciato il boicottaggio del film di Quentin Tarantino “The Hateful Eight” a fine ottobre, dopo che il regista ultraliberal li aveva definiti “assassini” in un comizio a New York, davanti a un gruppo di attivisti neri di “Black Lives Matter” e di altre organizzazioni estremiste osannanti. L'uscita del film era prevista per il giorno di Natale e adesso, tre settimane dopo che e' nelle sale sotto il giudizio del pubblico, la NYPD e gli altri Dipartimenti di polizia nel paese godono per il suo fiasco al botteghino. Costata non meno di 90 milioni tra produzione e promozione, la pellicola ne ha incassati finora una quarantina, ben sotto le speranze del produttore Weinstein, icona liberal di Hollywood e grande amico, e finanziatore, di Quentin. Secondo il website Box Office Mojo, che ha fornito i dati, il bilancio e' finora decisamente peggiore di quello che ebbe il precedente film di Tarantino, “Django unchained”, che nel 2012 incasso' 125 milioni, piu' del triplo, nello stesso lasso di tempo. Pat Lynch, presidente della PBA (il sindacato degli agenti di polizia di New York), che lancio' l'idea del boicottaggio, fatta propria subito dopo dalle associazioni dei poliziotti in tutta America, da Los Angeles a Filadelfia, non ha fatto lo sbruffone. “Possiamo prenderci noi tutto il credito per il fallimento del fetente?” si e' chiesto, lasciando aperta la possibilita' che il pubblico sia stato scarso perche' la pellicola e' un bidone di suo. “Beh, una cosa che io posso attestare e' che molti, molti bravi cittadini ci hanno detto che si erano sentiti offesi dalle affermazioni ignoranti e anti-polizia di Tarantino e, come risultato, hanno rifiutato di spendere i loro soldi per il film”. Sta a Tarantino insomma decidere quale delle due opzioni sposare, ma sono una peggiore dell'altra. Ed Mullins, presidente della Sergent's Benevolent Association di New York, l'altro sindacato cittadino che aveva promosso l'iniziativa del boicottaggio, ha rincarato la dose. “Se fossi in lui, mi chiederei ‘che cosa ho combinato alla mia carriera?' Questa gente non realizza che ci sono centinaia di migliaia di persone nelle forze dell'ordine. Aggiungi le loro famiglie e gli amici e tutta la gente che li sostiene, e hai un'imponente maggioranza silenziosa”. Quentin ha avuto una cocente delusione anche dall'Accademia degli Oscar, che nella sostanza ha snobbato la sua opera escludendola dalle nomination di prima categoria, quelle che possono rivitalizzare talvolta le sorti commerciali di un flop in caso di vittoria a Hollywood. “The Hateful Eight” non e' infatti entrato nei finalisti per il “miglior film” o la ‘migliore regia”, ne' per il “miglior soggetto originale”, categoria che vinse nel 2013 con “Django”, nel 1995 con “Pulp Fiction” e nella quale ebbe la nomination nel 2010 con “Inglorious Basterds”. Si e‘ solo dovuto accontentare di tre nomination minori (“migliore attrice di supporto” con Jennifer Jason, “miglior cinematografia” con Robert Richardson e “migliore colonna sonora” con il nostro gia' pluridecorato Ennio Morricone), che difficilmente aiuteranno Weinstein a far quadrare i conti. Sempre ammesso che qualcuno dei tre nominati alzi la statuetta. di Glauco Maggi