Cerca
Cerca
+

"Global warming" è maggior minacciaMa gli americani non credono più a Obama

Glauco Maggi
Glauco Maggi

Giornalista a NYC per Libero, autore di Figli&Soldi (2008), Obama Dimezzato (2011), Guadagnare con la crisi (2013), Trump Uno di Noi (2016). Politica ed economia. Autori preferiti: Hayek, M.Friedman, T.Sowell

Vai al blog
  • a
  • a
  • a

Domenica la candidata presidenziale repubblicana Carly Fiorina, in un'intervista televisiva, ha definito Obama “delirante” perche' il presidente aveva detto, dopo la strage di Parigi, che il cambio di clima e' la piu' grave minaccia per la sicurezza degli Stati Uniti. Parlando oggi in apertura della conferenza internazionale, sempre a Parigi e sempre sul global warming, Barack ha alzato ancora di piu' l'asticella dell'assurdo: il meeting in corso “significa rigetto del terrorismo”, ha detto, addirittura legando i due problemi in un rapporto ideologico-economicistico di causa ed effetto. E' un approccio classico dei liberal, da Obama a Bernie Sanders, da Picketty a papa Francesco, attribuire alla poverta' e alla ineguaglianza (che ovviamente sarebbero secondo loro sempre e soltanto il risultato dello sfruttamento capitalistico dell'uomo sull'uomo) la responsabilita' del terrorismo organizzato. Il puro radicalismo islamico non basta, per loro, a spiegare perche' ingegneri egiziani abbattono le Torri Gemelle su ordine di un miliardario sunnita, o perche' 4mila rampolli della borghesia occidentale buttano via la loro esistenza arruolandosi nell'ISIS. No. A spingerli ad uccidere gli “infedeli” (e' questa la loro definizione dei nemici, poiche' i killer si considerano “fedeli” e non si sentono affatto marxisticamente sfruttati) sarebbe il fatto di non avere un lavoro. “Ai terroristi non importa nulla se noi andiamo a Parigi (a discutere di global warming), se non per il fatto che diventiamo un bersaglio”, ha rincarato Fiorina attaccando Obama. Tra una decina di giorni sapremo quali nuove regolamentazioni e restrizioni saranno imposte dal documento che uscira' da questa ultima conferenza dei leader mondiali per risolvere il problema del global warming. Se Kyoto vale come precedente, si puo' scommettere che i mega-inquinatori, la Cina e l'India, non rinunceranno all'uso di energia dal carbone e dal petrolio per i prossimi decenni, e che altre nazioni del Terzo e Quarto Mondo chiederanno soldi ai Paesi avanzati, mentre gli Usa (che pure erano fuori da Kyoto ma hanno tagliato le emissioni più' di tutti) e l'Europa accetteranno di caricarsi di nuovi limiti. L'intensita' delle misure, paese per paese, sara' una funzione dei due fattori basilari, l'avanzamento della scienza nello studio dei dati climatici e le esigenze dello sviluppo economico che non puo' prescindere dall'energia. Soprattutto sul primo fattore la partita e' apertissima, e il termometro sulla credibilita' dei proclami degli ambientalisti e' dato dai sondaggi sullo scetticismo della gente a proposito dell'uomo come causa del global warming. Il 63% degli americani pensa che il global warming sia una minaccia seria, una maggioranza in calo di sei punti dal 69% di un anno e mezzo fa dello stesso sondaggio ABC/Washinton Post. Per il 36% non e' invece un serio problema, cioe' gli scettici sono cresciuti di 7 punti dal 29% del sondaggio precedente. Solo per il 47% il governo dovrebbe pero' intervenire piu' decisamente sul problema, in forte calo dal 61% che lo pensava nel 2008 e dal 70% che lo pensava nel 2007. Gli americani, insomma, hanno fatto indigestione delle regolamentazioni di Barack. Anche in Gran Bretagna la percentuale di scettici e' aumentata, secondo il sondaggio Sky News: oggi un inglese su cinque crede che un naturale processo sia la causa reale del riscaldamento globale, mentre due anni fa una simile rilevazione di YouGov aveva concluso che soltanto uno su 14 britannici era convinto che erano le cause naturali a provocare il global warming, non l'attivita' dell'uomo. Comunque, sia negli Usa sia in Gran Bretagna, quando si passa dalla teoria alla pratica la maggioranza dei cittadini non e' disposta a pagare di tasca sua. Il 54% degli inglesi si oppone a tasse “verdi” su elettricita', benzina e cibi importati. E anche il 60% degli americani respinge tasse pro-lotta al climate change. Non ho ancora saputo di sondaggi, in America o in Europa, che chiedono alla gente “siete d'accordo con chi sostiene che il global warming e' la maggiore minaccia alla sicurezza?” e “siete d'accordo con Obama sul fatto che il cambio di clima favorisce il terrorismo?”. Se mi sono sfuggiti, per favore segnalatemeli. Oppure non li fanno per non imbarazzare il papa di Roma e il messia di Washington? di Glauco Maggi

Dai blog