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Quando il temibile Panzironi appare in tv

Basta con questo tipo che vagola tra i palinsesti Mediaset

Francesco Specchia
Francesco Specchia

Francesco Specchia, fiorentino di nascita, veronese d'adozione, ha una laurea in legge, una specializzazione in comunicazioni di massa e una antropologia criminale (ma non gli sono servite a nulla); a Libero si occupa prevalentemente di politica, tv e mass media. Si vanta di aver lavorato, tra gli altri, per Indro Montanelli alla Voce e per Albino Longhi all'Arena di Verona. Collabora con il TgCom e Radio Monte Carlo, ha scritto e condotto programmi televisivi, tra cui i talk show politici "Iceberg", "Alias" con Franco Debenedetti e "Versus", primo esperimento di talk show interattivo con i social network. Vive una perenne e macerante schizofrenia: ha lavorato per la satira e scritto vari saggi tra cui "Diario inedito del Grande Fratello" (Gremese) e "Gli Inaffondabili" (Marsilio), "Giulio Andreotti-Parola di Giulio" (Aliberti), ed è direttore della collana Mediamursia. Tifa Fiorentina, e non è mai riuscito ad entrare in una lobby, che fosse una...

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D'Urso-Panzironi Foto: D'Urso-Panzironi
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Ogni volta che compare in video, Adriano Panzironi con quei capelli elettrici, il sorriso posticcio, le opinioni zoppicanti, mi chiedo dove sia il limite (etico, morale, semplicemente di buon gusto). Mi chiedo che fine abbiano fatto il Moige, il Codacons, e tutta quella turba di movimenti per il consumatore, di Savonarola, di sublimi rompicoglioni che, ai bei tempi, asserragliavano i palinsesti televisivi. Ora, premetto che il suddetto Panzironi sanzionato da Antritrust e Agcom, è ora a processo per abuso dell'esercizio della professione medica che non può esercitare non avendone titolo (e non è neppure farmacista né semplicemente dietologo); e premetto che egli si palesa, ormai, soltanto nei programmi Mediaset. L'ultimo è stato Live-Non è la D'Urso, domenica in prime time, mi pare per la quarta volta. E premetto che Mediaset, non essendo servizio pubblico, ha però tutto il diritto di invitare nei propri programmi chi cavolo vuole, anche Hitler purché mantenga una postura dignitosa. Non riassumerò qui il caso Panzironi che avrebbe inventato una dieta da Mago Merlino; né i suoi riflessi sull'immaginario popolare; né l'avviso dal diffidarne del Ministero delle Salute. Né mi soffermerò sulla risibile difesa di questo strano erborista davanti alle telecamere: “C'è una palese violazione del diritto costituzionale di un giornalista che ha il dovere, ripeto il dovere, di raccontare le verità scomode sulla dieta mediterranea e di denunciare come questa alimentazione sia responsabile di milioni di morti”. E, qui, io faccio due scoperte sconvolgenti: che Panzironi è un giornalista e che pane e pasta hanno prodotto più genocidi di Pol Pot. D'accordo, Mediaset non ha obblighi di servizio pubblico. Ma scusate, cari dirigenti del Biscione, senza scivolare nell'etica (anche se condivido appieno l'appello di Aldo Grasso nel cancellare Panzironi dalla vostra programmazione), guardate soltanto l'aspetto commerciale: anche se la puntata col druido delle diete ha fatto a Live il 12,9%, ritenete davvero che sia commercialmente la cosa più conveniente in circolazione?  Bah...         

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