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Tutti i pro e i contro di Fazio a Raidue

Cosa succede se il conduttore approda sulla seconda rete Rai

Francesco Specchia
Francesco Specchia

Francesco Specchia, fiorentino di nascita, veronese d'adozione, ha una laurea in legge, una specializzazione in comunicazioni di massa e una antropologia criminale (ma non gli sono servite a nulla); a Libero si occupa prevalentemente di politica, tv e mass media. Si vanta di aver lavorato, tra gli altri, per Indro Montanelli alla Voce e per Albino Longhi all'Arena di Verona. Collabora con il TgCom e Radio Monte Carlo, ha scritto e condotto programmi televisivi, tra cui i talk show politici "Iceberg", "Alias" con Franco Debenedetti e "Versus", primo esperimento di talk show interattivo con i social network. Vive una perenne e macerante schizofrenia: ha lavorato per la satira e scritto vari saggi tra cui "Diario inedito del Grande Fratello" (Gremese) e "Gli Inaffondabili" (Marsilio), "Giulio Andreotti-Parola di Giulio" (Aliberti), ed è direttore della collana Mediamursia. Tifa Fiorentina, e non è mai riuscito ad entrare in una lobby, che fosse una...

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Che Fabio Fazio si scolli dalla rete Ammiraglia e approdi (pare) alla Raidue del Sartre dei palinsesti Carlo Freccero, be', è al contempo una notizia buona ma pure una notizia cattiva. La buona è che Freccero, a costi imposti dalla direzione generale, senza sgualcirsi troppo, avrà in scuderia una star che porta in dote un brand tv storico e almeno il 14% di share. Uno che è in grado -pur sotto l'egida del “contenuto artistico” che gli consente di sforare i tetti/stipendi Rai- di fare servizio pubblico e di alzare il telefono per avvolgere in morbide interviste gli ospiti migliori, in una gamma eterogenea che spazia da Terence Hill a Macron, da Madonna a Orietta Berti. La notizia cattiva è che Freccero dovrà convincere Fabio, affezionato alle vecchie abitudini, ai vecchi format e alla vecchia compagnia di giro (Marzullo il canzoniere lapalissiano, Volo il giovane d'antàn, Nino il funambolo della parola, Pezzali il genio di secondo sguardo), a darsi un creativo colpo di lombi. Soprattutto dovrà fargli evitare, in tempi di crescita zero, debito pubblico e parsimonia, sprechi legati al programma. Esempio: Luciana Littizzato guadagna 800mila euro per i suoi dieci minuti di gag domenicali, in proporzione più di Carlo Conti, e ciò non è elegante. E lo stesso Fazio detiene il 50% di Officina srl, la società che produce ed è titolare del format Che tempo che fa, e percepisce per questo la “quota format originale”. Che poi io mi sono sempre chiesto dove stia l'originalità del format di Fabio: un programma di interviste, uno che parla e altri che rispondono dietro un tavolo o un acquario. E sticavoli. Certo, tutto fatto con professionalità e molte volte con indiscusso spirito di servizio pubblico: per esempio vedi il caso Regeni, o quello dei ragazzini nel pullman di Linate che salvarono i coetanei da un terrorista.  Ma sarebbe interessante capire chi sia quel genio dell'ufficio acquisti, che, da un pertugio di viale Mazzini compra a peso d'oro “format originali” come Che tempo che fa,  o I soliti ignoti (altro programmino che secondo Gianni Ippoliti che già era di proprietà Rai e sarebbe stato riacquistato dagli americani, ma Endemol, onestamente, la pensa in modo diverso ma la ditriba dura da anni). Ma tant'è. Fazio spostato a Raidue è stata una scelta politica miope e assai discutibile, ma è pure un valore aggiunto per la sua nuova Rete...      

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