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Truffaut incontra Hitchcock, un 'esperienza davvero esaltante

Un grande documentario su Rai5

Francesco Specchia
Francesco Specchia

Francesco Specchia, fiorentino di nascita, veronese d'adozione, ha una laurea in legge, una specializzazione in comunicazioni di massa e una antropologia criminale (ma non gli sono servite a nulla); a Libero si occupa prevalentemente di politica, tv e mass media. Si vanta di aver lavorato, tra gli altri, per Indro Montanelli alla Voce e per Albino Longhi all'Arena di Verona. Collabora con il TgCom e Radio Monte Carlo, ha scritto e condotto programmi televisivi, tra cui i talk show politici "Iceberg", "Alias" con Franco Debenedetti e "Versus", primo esperimento di talk show interattivo con i social network. Vive una perenne e macerante schizofrenia: ha lavorato per la satira e scritto vari saggi tra cui "Diario inedito del Grande Fratello" (Gremese) e "Gli Inaffondabili" (Marsilio), "Giulio Andreotti-Parola di Giulio" (Aliberti), ed è direttore della collana Mediamursia. Tifa Fiorentina, e non è mai riuscito ad entrare in una lobby, che fosse una...

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Truffaut intervista Hitchcock Foto: Truffaut intervista Hitchcock
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  Da piccolo mi traumatizzò l'adolescenza. Non c'era niente di più agghiacciante della scena della doccia inPsyco, quando il terrore schizza dall'inquadratura del soffione dell'acqua, la musica segue la danza del battito cardiaco, e Janet Leigh -nuda senza che si veda che sia nuda- sta per essere accoltellata da quello psicopatico di Norman Bates vestito con gli abiti del cadavere della madre. Niente di più agghiacciante. Tranne, forse, la scena de Gli uccelli, in cui uno stormo nucleare di volatili sta per abbattersi sulla casa di Tippi Hedren. Immaginatevi le ripercussioni sul mio inconscio già abbastanza strapazzato quando ho rivisto entrambe le scene, l'altra sera, in Hitchcock/Truffaut, documentario diretto da Kent Jones sul libro di François Truffaut Il cinema secondo Hitchcock (Rai 5, mercoledì prime time). Il libro di Truffaut è il più grande sul cinema di ogni tempo. E, qui, auscultare come un medico fa con lo stetoscopio, la vivida voce di Hitch e del francese, registrate, in un botta e risposta frenetico interrotto solo dall'affanno della traduttrice, be', è stata un'esperienza. Sono saltate fuori, con prepotenza, tutte le teorie di Hitch sul concetto di suspence (“La bomba sotto il tavolo”); sul trasferimento di colpa dal colpevole all'innocente” ne Il ladro; sulla caterva di metafore sessuali ne La donna che visse due volte; sul culto assoluto dello spettatore per cui “Il pubblico giapponese dovrebbe urlare nello stesso momento del pubblico indiano”; e sugli attori trattati come carne da macello, con l'esempio di Montgomery Cliff considerato un minus habens per aver contestato la scelta regista di “guardare verso il motel” in Io confesso. C'è stata, qui, un'immensa seduta psicanalitica del cinema in cui si sdraiavano sul lettino registi straordinari Scorsese, Fincher Linkater, Schrader, Bogdanovich, Gray, Assays: ognuno debitore delle proprie ossessioni cinefile al maestro inglese. Bellissimo il momento in cui l'intervistato contesta all'intervistatore la scoperta dell'adulterio della madre da parte del figlio nel classico di Truffaut I 400 colpi. Straordinaria la difesa del cinema muto, la cui tecnica di racconto visivo è figlia di coloro “che han conosciuto il segreto perduto” della pellicola afona. Hitchcock/Truffaut è la storia di amicizia virile sorretta da due fragilità. Pino Insegno nella sua interpretazione della vita come voce narrante…    

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