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Se Fiorello salva gli anni 90

Francesco Specchia
Francesco Specchia

Francesco Specchia, fiorentino di nascita, veronese d'adozione, ha una laurea in legge, una specializzazione in comunicazioni di massa e una antropologia criminale (ma non gli sono servite a nulla); a Libero si occupa prevalentemente di politica, tv e mass media. Si vanta di aver lavorato, tra gli altri, per Indro Montanelli alla Voce e per Albino Longhi all'Arena di Verona. Collabora con il TgCom e Radio Monte Carlo, ha scritto e condotto programmi televisivi, tra cui i talk show politici "Iceberg", "Alias" con Franco Debenedetti e "Versus", primo esperimento di talk show interattivo con i social network. Vive una perenne e macerante schizofrenia: ha lavorato per la satira e scritto vari saggi tra cui "Diario inedito del Grande Fratello" (Gremese) e "Gli Inaffondabili" (Marsilio), "Giulio Andreotti-Parola di Giulio" (Aliberti), ed è direttore della collana Mediamursia. Tifa Fiorentina, e non è mai riuscito ad entrare in una lobby, che fosse una...

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Coppia da karaoke Foto: Coppia da karaoke
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«Nicola, vengo alla prima perché ti chiudono il programma in anticipo...». Meno male che Fiorello c'è. E ogni tanto, Fiorello, con giubbotto alla Fonzie e taglio di capelli -«alla Silvia Salemi», spara aguzze amenità (quella di cui sopra); e si materializza come un poltergeist nei programmi degli amici carissimi, tipo 90 Special che ne sanno i 2000 (Italiauno, mercoledì prime time) ; e insuffla, nello stesso programma costruito con scomposta nostalgia, quell'alito di vita sopra lo share di sopravvivenza. L'altra sera, Rosario - l'intrattenitore assoluto su cui la vecchiaia stratifica fascino e ironia- ha portato l'11,8% di share a un format paraculissimo, condotto da Nicola Savino. L'idea era quella, assai di moda, di celebrare gli anni Novanta («Mai avrei pensato che ci fosse qualcosa da celebrare», confessa Fiore). Ne esce più un incasinato accumulo di immagini e suoni che un preciso copione. Accanto ai videoclip agli oggetti, alle siglette in stile Meteore, ecco la paranza dei volti noti: vana Mrázová, Katia Follesa, Malgioglio, Max Novaresi, Ela Weber la Sellerona, Benji e Fede che straziano i Lunapop Eiffel 65, Rocco Siffredi, il derrière di Malena. Per alcuni sorridi, di altri ti chiedi cosa cavolo ci facciano lì. Il tutto in uno sciabordio di ricordi, e groppi alla gola per chi -come me- ha vissuto il neozoico di Italiauno: quella DeeJay Television plasmata da Claudio Cecchetto e incentrata sui «ragazzi di via Massena» che produrrà le rocciose certezze del futuro showbiz italiano. Su tutti Fiorello non poteva esimersi dalla chiamata (anche perchè annuncia che tornerà a Radio Dee Jay). Mette allegria Fiore che solleva, lieve, Savino dal ruolo, infilandogli in testa la parrucca e costringendolo a cantare i successi del karaoke. Scuotono le sue battute: «Negli anni '90 il playback era legge! Tornare a Mediaset è un'emozione, ho visto Emilio Fede che fa il parcheggiatore qua fuori»; «Vi ricordate il cellulare Startac? Lo aprivi che era una sedia a sdraio e con l'antennona ci pescavi»; «tutta la discografia degli anni 90 è stata fatta in tre giorni». E questa era confermata da un ottimo Jovanotti dalla Svizzera. Botti d'artificio nella prima puntata. Ok, ma le prossime?...

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