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"Sotto copertura", un Maurizio Merli tra i Bastardi di Pizzofalcone

Francesco Specchia
Francesco Specchia

Francesco Specchia, fiorentino di nascita, veronese d'adozione, ha una laurea in legge, una specializzazione in comunicazioni di massa e una antropologia criminale (ma non gli sono servite a nulla); a Libero si occupa prevalentemente di politica, tv e mass media. Si vanta di aver lavorato, tra gli altri, per Indro Montanelli alla Voce e per Albino Longhi all'Arena di Verona. Collabora con il TgCom e Radio Monte Carlo, ha scritto e condotto programmi televisivi, tra cui i talk show politici "Iceberg", "Alias" con Franco Debenedetti e "Versus", primo esperimento di talk show interattivo con i social network. Vive una perenne e macerante schizofrenia: ha lavorato per la satira e scritto vari saggi tra cui "Diario inedito del Grande Fratello" (Gremese) e "Gli Inaffondabili" (Marsilio), "Giulio Andreotti-Parola di Giulio" (Aliberti), ed è direttore della collana Mediamursia. Tifa Fiorentina, e non è mai riuscito ad entrare in una lobby, che fosse una...

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Un Alessandro Preziosi  truce, stropicciato, con gli occhi a tapparella come i camorristi dei poliziotteschi anni '70 era un'ipotesi narrativa inimmaginabile. Invece Preziosi si trova perfettamente a suo agio nei panni del boss dei casalesi Michele Zagaria in Sotto copertura 2-La cattura di Zagaria (Raiuno, prime time), latitante a casa di amici e con una spiccata propensione pedofila per la figlia adolescente dell' ospite. E lo stesso si può dire per Claudio Giò -sempre più bravo- nei panni dell'integerrimo commissario Michele Romano,  accusato di associazione esterna di stampo mafioso da un suo ex informatore infamissimo. La seconda stagione della fiction un tempo tacciata di eccessivo sentimentalismo nel mostrare il privato dei poliziotti (e un po' era vero)  è ora  caratterizzata da più azione e meno introflessioni;  e di ciò  ne beneficia la trama. Ci sono gli appostamenti, i pedinamenti, le cimici dentro poltrone massaggianti, i camorristi giovani idioti in mutande e mitra che si credono in Gomorra.  Il clou si respira quando  il sottufficiale della Polizia,  interpretato da Simone Montedoro, penetra nella casa del boss per piazzare una cimice, vestito da operaio dell'Enel.  Montedoro la scampa; e, tutto contento telefona alla famiglia per annunciare  le prossime dimissioni, e dedicarsi a una vita tranquilla; ma, in due nanosecondi, viene freddato da due killer al primo semaforo. Altra sottotrama interessante è la storia d'amore tra la figlia adottiva del boss, Agata, laureata, che  torna da Barcellona con lo scopo di impalmare il proprio autista, un caro ragazzo molto camorrista e molto  tatuato in grado di prendere a testate chiunque importuni la bella che, naturalmente, lo dovrà  spingere alla redenzione. L'atmosfera  che si respira in Sotto copertura 2 è quella di Maurizio Merli finito nel dipartimento incasinatissimo dei Bastardi di Pizzofalcone. Ci sono perfino gli stessi attori. Il produttore Lux Luca Bernabei tiene a precisare che qui, nella fiction, non si corre il rischio di definire la violenza vincente; e che il male non paga. Ancora un  riferimento a camorristi eroici di Gomorra. È un'analisi che condivido, almeno alla prima puntata...

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