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Ale e Franz, a Buona la prima! il passato ritorna (ma c'è di peggio...)

il deja vu del programma

Francesco Specchia
Francesco Specchia

Francesco Specchia, fiorentino di nascita, veronese d'adozione, ha una laurea in legge, una specializzazione in comunicazioni di massa e una antropologia criminale (ma non gli sono servite a nulla); a Libero si occupa prevalentemente di politica, tv e mass media. Si vanta di aver lavorato, tra gli altri, per Indro Montanelli alla Voce e per Albino Longhi all'Arena di Verona. Collabora con il TgCom e Radio Monte Carlo, ha scritto e condotto programmi televisivi, tra cui i talk show politici "Iceberg", "Alias" con Franco Debenedetti e "Versus", primo esperimento di talk show interattivo con i social network. Vive una perenne e macerante schizofrenia: ha lavorato per la satira e scritto vari saggi tra cui "Diario inedito del Grande Fratello" (Gremese) e "Gli Inaffondabili" (Marsilio), "Giulio Andreotti-Parola di Giulio" (Aliberti), ed è direttore della collana Mediamursia. Tifa Fiorentina, e non è mai riuscito ad entrare in una lobby, che fosse una...

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ale e franz Foto: ale e franz
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Quando ho visto Ale e Franz, sempre più magri e dall'espressione allegramente sdrucita, tentare –solo tentare- di sollevare Martin Castrogiovanni, ex pilone della nazionale di Rugby, un bulldozer fatto di muscoli e capelli che passava di lì per caso, mi ha preso subito un'ansia. E il pensiero è corso subito alla mia discopatia. Poi, sul palco, si stagliava Katia Follesa che faceva “Campanellino” e s'arrampicava su un tavolo;  e c'era Alessandro Betti, che incasinava tutto. L'ordine impartito dall'auricolare era riferito, credo, genericamente, alla favola di Peter Pan e Ale e Franz si muovevano, come al solito, in equilibrio su un copione invisibile. Insomma. Nello scenario del Teatro Franco Parenti di Milano (deliziosi quei cordami che scendono e accarezzano i velluti alle pareti) , dopo dieci anni, è tornato Buona la prima (Italiauno mercoledì , prime time), ossia il programma di improvvisazione teatrale che mette alla prova i veri talenti comici. Col programma tornano anche i due suddetti protagonisti che io adoro sin da quando facevano i gangster sfigati ai bordi dell'antico Zelig. E il senso del programma sta nel raccogliere, da parte degli interpreti, la traccia di una trama abbozzata e ordini appena appena scanditi, appunto, via auricolare da ospiti variegati  -qui Francesco Pannofino, perfino l'ex arbitro Cesari- . L'altra sera,  lo spettacolo è durato tre ore col pubblico in sale che rideva e tendeva a non scollarsi dalla sedia. Ale, Franz e i loro ospiti transumavano tra le librerie, il tavolo, il divano e la bicicletta bianca d'un finto loft riempito dalle battute di una commedia di Neil Simon. Tra l'altro, tutte battute a braccio. Nei ring d'improvvisazione teatrale la performance si lubrifica in modo proporzionale alla complicità degli interpreti. In questo caso Ale e Franz lavorano all'unisono. Semmai l'ostacolo alla scioltezza delle trama sono stati proprio  alcuni degli ospiti, Federica Panicucci e Ambra non brillantissime, ma provate voi a seguire una sceneggiatura dettata in tempo reale dal caso. Un tantinello insulsi gli sketch in esterna nei quali l'interazione è con un pubblico ignaro. In teatro rideva. Ma, da questa parte del video, a lungo andare, ho avuto la sensazione di una dilatazione del tempo. Come un vecchio orologio che scandisce perfettamente i tempi,  ma il cui tic tac rischia d'esser molesto. Ci vorrebbe, cari Ale  Franz, uno scatto, una botta di novità. Ma con quel che gira in tv ci si può accontentare…  Ale e Fra

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