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Il falso addio di Raffa e le lacrime di Pollyanna

Strane dichaiarzionei di resa

Francesco Specchia
Francesco Specchia

Francesco Specchia, fiorentino di nascita, veronese d'adozione, ha una laurea in legge, una specializzazione in comunicazioni di massa e una antropologia criminale (ma non gli sono servite a nulla); a Libero si occupa prevalentemente di politica, tv e mass media. Si vanta di aver lavorato, tra gli altri, per Indro Montanelli alla Voce e per Albino Longhi all'Arena di Verona. Collabora con il TgCom e Radio Monte Carlo, ha scritto e condotto programmi televisivi, tra cui i talk show politici "Iceberg", "Alias" con Franco Debenedetti e "Versus", primo esperimento di talk show interattivo con i social network. Vive una perenne e macerante schizofrenia: ha lavorato per la satira e scritto vari saggi tra cui "Diario inedito del Grande Fratello" (Gremese) e "Gli Inaffondabili" (Marsilio), "Giulio Andreotti-Parola di Giulio" (Aliberti), ed è direttore della collana Mediamursia. Tifa Fiorentina, e non è mai riuscito ad entrare in una lobby, che fosse una...

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Il lungo addio Foto: Il lungo addio
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Non ci credo nemmeno se lo vedo. Raffaella Carrà che si ritira, tra sospiri teatrali come la Gloria Swanson di Viale del tramonto, ricorda la grottesca caricatura da Madonnina piangente che di Raffa faceva Gianfranco D'Angelo al Drive in. Raffa che molla è un evento contronatura. È come Pierferdy Casini che si scolla dallo scranno parlamentare, Osvaldo Bevilacqua che brucia le telecamere di Sereno variabile, o la Regina Elisabetta che, d'emblée, abbandona il Royal Ascot con la sua gara al cappellino più terribile della domenica. Eppure, proprio in collegamento con Barbara D'Urso a Domenica Live (Canale5, tutto il pomeriggio) dalla Spagna, la nostra signora del varietà ha scandito: «Ho avuto tantissimo dalla televisione....». A quel punto la D'Urso, puro animale televisivo, ha intuito che stava cavalcando la tigre: ha estratto dal repertorio il sorriso melanconico da dottoressa Giò, si è girata di trequarti sul profilo migliore, ha attivato il condotto lacrimale; e, rivolta al faccione della Carrà, s'è fatta spuntare - ma appena appena- la lacrima di Pollyanna mescolata a quella del Corsaro nero. E, Raffa, ovviamente ha proseguito: «Ora è tempo di dare spazio a nuovi talenti, alle nuove generazioni, a nuovi showman e nuovi showgirl...». A quel punto l'audience s'impennava al 19,6% di share: 3 milioni di spettatori inchiodati su questo splendido coup de théâtre, consegnavano alla trasmissione il suo record d'ascolti. Ora, l'anticipo pensionistico della Carrà, in sè, non avrebbe nulla d'epocale. La logica e l'anagrafe vorrebbero che la regina Antinea del varietà, la Barbra Streisand della nostra tv, a 73 anni visssuti pericolosamente, arretrasse dalla linea del coro e, quantomeno, si dedicasse alla regia. D'altronde - ammettiamolo- l'ultima performance da solista, quel Forte Forte Forte Rai che doveva essere la risposta alla De Filippi l'avevano resa, in modo inquietante, una sorta di reliquia vivente. E la signora s'era dovuta ritirare in buon'ordine a The Voice, a prendere pesci in faccia da Emis Killa e Dolcenera. La qual cosa odorava davvero di profanazione. Oggi Raffa dice di ritirarsi, ma il suo staff, dopo, puntualizza che potrebbe ripensarci se le«fosse proposto un progetto importante». Straordinaria botta di comunicazione: contenta Raffa, contenti i fan, contenta Mediaset. Meno chi, come me, ritiene che pera rifrescarne il mito non serve la fiammata del marketing...

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