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il fragoroso nulla del Grande Fratello Vip

Francesco Specchia
Francesco Specchia

Francesco Specchia, fiorentino di nascita, veronese d'adozione, ha una laurea in legge, una specializzazione in comunicazioni di massa e una antropologia criminale (ma non gli sono servite a nulla); a Libero si occupa prevalentemente di politica, tv e mass media. Si vanta di aver lavorato, tra gli altri, per Indro Montanelli alla Voce e per Albino Longhi all'Arena di Verona. Collabora con il TgCom e Radio Monte Carlo, ha scritto e condotto programmi televisivi, tra cui i talk show politici "Iceberg", "Alias" con Franco Debenedetti e "Versus", primo esperimento di talk show interattivo con i social network. Vive una perenne e macerante schizofrenia: ha lavorato per la satira e scritto vari saggi tra cui "Diario inedito del Grande Fratello" (Gremese) e "Gli Inaffondabili" (Marsilio), "Giulio Andreotti-Parola di Giulio" (Aliberti), ed è direttore della collana Mediamursia. Tifa Fiorentina, e non è mai riuscito ad entrare in una lobby, che fosse una...

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Costantino e Valeria Marini Foto: Costantino e Valeria Marini
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Se c'è qualcosa di veramente temibile nel Grande Fratello Vip (Canale 5, lunedì prime time, più le estenuanti dirette di Mediaset Premium) non è il fragoroso nulla del copione, nè il format oramai ossidato,  nè la commuovente pertinacia con cui gli autori si ostinano, ogni anno, da sedici anni a questa parte,  a portare a casa la pagnotta. No. Il lato dark del Gf Vip sta nella logorrea di Valeria Marini. Valeria che si lamenta perché, cocciutamente  inquartata nel lamè come Jessica Rabbitt,  nel tugurio, tra quattro assi su cui giaccciono materassi lerci, non trova lo specchio «per potemi truccare». Valeria che preferisce l'aristocratica vasca idromassaggio alla doccia plebea. Valeria che, a cena, intorno al tavolo afferma di possedere un carattere granitico raccontando che «negli ultimi due anni della mia vita ho preso sberle da tutti»; e, mentre racconta il tono è da profugo siriano, e un'ombra di mascara scivola sugli zigomi liftati. Ed ecco lampi di tragica irrequietezza negli occhi dei compagni di prigionia, di Costantino Vitaliano, di Laura Freddi, del pugile Clemente Russo (che il giorno prima, sempre dopo una chiaccherata con la Marini, aveva abbattuto a pugni un muretto di polistirolo). Tutto questo è il Grande Fratello, versione Vip forse più gossippara grazie ai pettegolezzi infiniti della guest star Alfonso Signorini; ma sicuramente molto meno umana del Grande Fratello classico. Ma può davvero interessare che ci sia «del feeling tra Andrea Damante e Asia Nuccetelli», chiunque essi siano? Può davvero angosciare il pubblico la dipartita di Pamelona Prati, espulsa dalla Casa per sopravvenuti «attacchi di panico»? Può davvero attizzare l'ormone, la doccia sexy di Marianna Rodriguez? E chi è Marianna Rodriguez? E in quale categoria della retorica classica  rientrano le baruffe tra congiuntivi di Stefano Bettarini? Mah. L'unica sorpresa di quest'immenso Barnum è Ilary Blasi, migliorata nei tempi televisivi e in grado di reggere con ironia («Clemente Russo, l'unico sacco che puoi portare dentro la Casa è Valeria Marini»)  tutto il peso del programma. E, quando dico «peso» mi riferisco alla dimensione tragicamente orchitica di ciò che fu un grande esperimento di antropologia culturale. E che, nel tempo,  s'è mutato nel sepolcro della tv...

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