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La signorina Buonasera, un mestiere che gli italiani non vogliono più fare

Francesco Specchia
Francesco Specchia

Francesco Specchia, fiorentino di nascita, veronese d'adozione, ha una laurea in legge, una specializzazione in comunicazioni di massa e una antropologia criminale (ma non gli sono servite a nulla); a Libero si occupa prevalentemente di politica, tv e mass media. Si vanta di aver lavorato, tra gli altri, per Indro Montanelli alla Voce e per Albino Longhi all'Arena di Verona. Collabora con il TgCom e Radio Monte Carlo, ha scritto e condotto programmi televisivi, tra cui i talk show politici "Iceberg", "Alias" con Franco Debenedetti e "Versus", primo esperimento di talk show interattivo con i social network. Vive una perenne e macerante schizofrenia: ha lavorato per la satira e scritto vari saggi tra cui "Diario inedito del Grande Fratello" (Gremese) e "Gli Inaffondabili" (Marsilio), "Giulio Andreotti-Parola di Giulio" (Aliberti), ed è direttore della collana Mediamursia. Tifa Fiorentina, e non è mai riuscito ad entrare in una lobby, che fosse una...

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Nicoletta Orsomando Foto: Nicoletta Orsomando
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La signorina buonasera, un lavoro che gl'italiani non vogliono più fare. Che fine ha fatto Maria Giovanna Elmi, la fatina maledetta che, a botte di zucchero, ha impennato fino al diabete la mia infanzia? Dov'è finita Nicoletta Orsomando, sorriso materno e in testa una cofana nera che se labatteva solo con MoiraOrfei; laNicoletta,  che nel tempo libero, faceva la vice della vice valletta nell'Amico degli animali di Angelo Lombardi? Chi ha visto più Elisa Silvestrin, delizioso strabismo di Venere, ultimo simbolo d'un tempo perduto in cui i programmi si porgevano educatamente; e non c'era la catch tivvù, e la  tele convergente ce la sognavamo, e «digitale» era solo un aggettivo associabile all'impronta d'un pollice? La notizia è passata quasi sotto silenzio. Ma, dalla prossima settimana, la Rai manda al macero le annunciatrici televisive, un ruolo storico da quando il3 gennaio 1954,Fulvia Colombo veniva ripresa in diretta con un'inquadratura fissa,mentre spiegava agli italiani l'avvento quasi mariano di un pugno di programmi nell'unico palinsesto. Come i commessi della Camera, i fabbri e i notai nell'era del web globalozzato, le signorine Buonasera sono diventate, oramai, anacronismi viventi. Tra l'altro - a parte la Elmi e Silvana Giacobini, direttrice di giornali che pensò bene di cancellare quell'esperienza dal curriculum- il ruolo dell'annunciatrice non ha mai portato  veramente fortuna a nessuno. Era un modo per entrare in Rai e galleggiare in un lussuosoanominato. Era come entrare in banca e rimanere allo sportello. Ricordo con fastidio, poi, il caso di Alessandra Canale (in onore, pare, della zia Gianna Maria, «occhi di pantera», ex attrice di film peplum): la «signorina» che pianse in diretta per non cedere la telecamera al rinnovamento  – legittimo - nel 2003; e poi fece causa perché la Rai l'aveva privata del trucco e parrucco, e venne reintergrata nel 2010, in barba ad ogni spending review. E pesco dalla memoria anche gli straordinari momenti in cui, in onore del politicamente corretto e della «parità di genere », la Rai aprì gli annunci in video ai signorini buonasera, anche gay e stranieri. Oggi Antonio Campo Dall'Orto, rimuovendo quest'arcaismo, questa tranche di passato, ha  compiuto una rivoluzione antropologica. (A meno che a presentare i   programmi di Raiuno non ci metta Francesco Merlo...

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