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Ambra, la "Casta Diva" di Formigli

il grillo parlante del La7

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Come quella omerica di Pippo Baudo, la figura di Ambra Angiolini -lo confessiamo- ha accompagnato le varie fasi della nostra vita, suscitando sentimenti contrastanti. Antipatia per la logorrea irrefrenabile nel pollaio di “Non è la Rai”; gioiosa incredulità per quell'auricolare che, nel '94, le fece suggerire da Boncompagni: «Il Padreterno sta con Berlusconi, il diavolo con Occhetto»; stizza per i tentativi canori («T'appartengo” è una delle peggiori iatture della discografia occidentale»); perfino rabbia, per la patente di “giovane” che, pur priva d'idee, le consentiva di garantirsi tutti i contratti da conduttrice nei programmi Rai e Mediaset dedicati alla categoria. Per inciso, la stessa categoria in cui sgomitavano Diaco e Mellissa P. Solo che loro sono evaporati, Ambra è rimasta. Ambra si è evoluta, adattata all'ambiente, migliorata oltremisura, anche fisicamente. Sicchè oggi possiamo dire che la sua interpretazione della “Casta Diva” è una delle vere sorprese nella PiazzaPulita di Formigli (La7 , giovedì ore 21). Nelle ultime due puntate, vaporosa una sedia -trespolo, prima ha raccontato della cancellazione del vitalizio dei parlamentari: «Ora state esagerando. perchè togliecelo? Sennò che abbiamo fatto a fare i parlamentari?» beccandosi l'applauso di Tonino Di Pietro, ufficialmente l'anti-Casta per eccellenza e quindi spiazzato: « Complimenti per la professionalità». Poi ha dipinto la resistenza paradossale degli onorevoli a tagliarsi le spese: «Monti, facciamo così: noi votiamo a favore dell Ici e in cambio tu ci fai viaggiare gratis sui treni e sugli aerei». Intendiamoci i testi onesti di Zincone sono rubacchiati a Stella, a Rizzo, e a tutti cronisti che si sono occupati di privilegi (compreso chi scrive). Se parli di privilegi della politica, lo share s'impenna da solo. Matematico. E l'esprit teatrale non è nuovo.. Un tempo c'erano Bertoldo, e il Pasquino, e il fool elisabettiano che massacrando la regina diceva la verità. Poi sono arrivati i monologhi pirotecnici di Travaglio che hanno scavato il solco a quello strano impasto di satira e giornalismo che ha prodotto le appendici di Crozza a Ballarò, i prologhi di Vaime a Coffee Break, i monologhi di Piroso, gli editoriali disegnati di Vauro. Ambra legge i testi senza impararli, esagera forse con le pause e l'autocompiacimento. Ma lo fa talmente bene che il pubblico segue, e non se ne accorge...

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