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Sara Tommasi, nudissima contro le banche

spot di Marra

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Sarà che è laureata alla Bocconi; sarà che conosce esattamente (rispetto a Ruby Rubacuori che l'aveva preceduta in operazione analoga) la parola “signoraggio bancario” e sa che lo spread non la variante di un aperitivo del Triveneto; sarà che non fa calendari da una vita e un po' ne sentiva la mancanza; sarà quel che sarà ma Sara Tommasi che si spoglia per i consumatori è una notizia. “Il mio corpo nudo per una giusta causa”, dice lei. Il nudo diciamo che per Sara è usuale; la notizia, dunque è “per la giusta causa”. Si tratta di vedere se è notizia buona o notizia cattiva. Quando l'avvocato/filosofo/filantropo napoletano, il famigerato Alfonso Luigi Marra – quello che già scomodò Ruby e Manuela-la-pia-Arcuri, le ha proposto uno spot per “fermare le presunte leggi salva-banche ed abolire il signoraggio bancario!” , Sara è scatta, un impeto erettivo. Sara, in trance bocconiana, presa da impetuoso impegno civico, ha cominciato a spogliarsi furiosamente, ponendo agli spettatori una pregevole analisi tecnico finanziaria del carattere estorsivo degli istituti di credito: “Queste leggi hanno regalato alle banche ulteriori centinaia di miliardi di euro all'anno, cioè molto ma molto di più di quanto servirebbe per uscire dalla crisi….”. Ecco magari la disamina è un tantino approssimativa (quanto rubano le banche? Quanto servirebbe per uscire dalla crisi? Quant'è lo spread?...) ma sarà, emula di Mario Monti conclude: “Agite pregiudizialmente per farvi restituire alle banche  soldi che vi hanno rubato!”. Agite, agite. E ci veniva in mente un suo spot precedente in cui  vestita da Bin Laden sponsorizzava il labirintico libro di Marra “Il Labirinto femminile”–un atto compiuto sempre dietro istigazione di Marra-. Una cosa quella, davvero terrificante. Sicchè osservando Sara Tommasi in quel corpo nudo, già schiaffeggiato al vento del gossip arcoriano e già accarezzato dalla kodak di illustri fotografi, il nostro spirito s'è elevato; lo spirito civico s'è ingrifato e una riflessione dall'alto senso etico ci ha pervaso: “Sara, mia cara, ma quei rotoletti ai fianchi da dove vengono?...”    

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