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La favola ingenua del Crozza/Bossi/Forrest Gump (la Lega è davvero questa)

la nuova Italialand su La7

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La favola del piccolo ingenuo leghista inizia con una piuma che svolazza, vira , volteggia leggiadra sopra una panchina sulla quale siede una figurina, di spalle. Poesia struggente dei classici. La figurina estrae una colt 45 e abbatte la piuma a revolverate; il suo commento, con inappuntabile voce roca è “''sti piccioni han rotto le balle!”. E' questo l'input della parodia del Bossi/Forrest Gump sulla panchina della vita, accanto a una signorina di colore, in attesa dell'autobus che probabilmente lo porterà in via Bellerio: “Scusi ha mica visto Maroni?” fa Bossi alla donna “mi aveva detto che mi sarebbe venuto a prendere stamattina. Miglio diceva: ‘Giuda lo è chi Giuda lo fa…”. E gli spettatori, specie i più cinefili, ridono. Se alcune delle nuove imitazioni di Crozza appaiono ripetitive (quella della Merkel sguazza nel paradosso, forse troppo) , il suo Bossi naif fotografa alla perfezione il momento politico. E vale davvero il biglietto di “Italialand” -La7 venerdì prime time, 10,3%- , insomma.  Bossi con voglia di tenerezza che scimmiotta Tom Hanks mentre apre la sua scatola colorata e commenta: “La Lega è come una scatola di cioccolatini, non sai mai la cazzata che ti può capitare…”, è la chiave giusta per interpretare i malesseri del Carroccio. Bossi che sussurra: “Noi avevamo un sogno: dividere l'Italia, invece s'è divisa la Lega” delinea l'attrito continuo tra maroniani e cerchiomagicisti per la conquista del potere al tramonto del Capo. Bossi che offre alla signora nera (“mi scusi non volevo farle notare ch'è negra”) rivelatasi primario di psichiatria al Niguarda, l'acqua calcarea del Po e che dopo commenta: “l'acqua del Po è pura, quella della sorgente perché mio figlio l'ha bevuta alla foce”; be' dà l'idea di quanto all'interno della Lega si mormori in tema di nepotesimo. Bossi che indossa le scarpe di scoiattolo del Monviso e  si astrae: “Noi avevamo un sogno: riportare il Grizzly in Valcamonica, ma non si adatta. I terroni sì, i Grizzly no”, illumina sul mancato raggiungimento del sogno federalista. Più che nella saga del re barbaro di pochi anni fa Crozza qui ha la capacità di rendere la sua imitazione un editoriale di giornale (magari non la Padania); e salva qualsiasi altra performance dalla forza narrativa oramai attenuata come quella del Papa. Una volta la domanda era : perché prendere Crozza, ora: perché non lavora di più?

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