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Il G Day di Geppy, bello e un po' inutile

la strisce satirica su La7

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Quando non la vedi sofferente  d'aerofagia nella pubblicità dello yogurt, Maria Giuseppina Cucciari detta Geppy è un raro talento comico. Colta, soavemente impacciata, lanciata a Zelig come contraltare al sarcasmo volgarotto di Annamaria Barbera, la sarda Geppy possiede una verve autoironica che l'avvicina un po' alla scrittrice Alessandra Appiano, l'inventrice  della “letteratura italiana per ragazze disperate” e un po' al Woody Allen degli inizi. Per dire: i suoi scoppiettanti siparietti a Victor Victoria non avrebbero stonato nei locali fumosi illuminati dagli stand up comedian newyorkesi. Tecnicamente, insomma, Geppy dà dei punti a molti suoi colleghi, nonostante l'insensatezza della partecipazione a Italia's Got Talent, dovuta probabilmente a motivi alimentari (da cui il richiamo arcaico all'aerofagia). Ma da qui a sapersi produrre ogni santo giorno, da sola, in un programma satirico (“G Day”, da lunedì a venerdì, La7), bè, ce ne passa. Ora, il giudizio su Geppy sta come d'autunno sugli alberi le foglie. Trattasi d'un eterno rodaggio. D'altronde la striscia quotidiana, in tv, è come la riforma della giustizia per la politica: la cosa più insidiosa. Dio, in “G Day” qualche trovata c'è. Si staglia quest'enorme frigorifero da cui viene scongelato l'ospite in collegamento interrogato in stile Dario Vergassola: dall'impacciata Camusso alla effervescente direttore di Novella 2000 Candida Morvillo all'aggrovigliato Moccia. E poi si denudano i mitici vox populi, le interviste strappate all' “uomo della strada” che forniscono materia di titolo per finti tg, in stile Gianni Ippoliti. E poi si aggrediscono i telespettatori con sondaggi paradossali (“Potendo scegliere manderebbe suo figlio a una scuola pubblica, a una privata , o a una privata di tutto?”), in stile Gene Gnocchi. Ecco, forse il problema è che “G Day” è sempre “in stile” di qualcun'altro senza averne uno proprio, di stile. Finora, almeno. Il che non sarebbe tragico: un velo di sorriso in preserale allieterebbe. Se non fosse che il programma era stato progettato come traino soft al tg hard di Mentana. Risultato: Geppy fa da un 1,7% al 2,2% di share; ma Chicco, appena appare, svetta al 9%. Nulla cambia. Sicchè il “G Day” si rivela un programma simpatico ma industrialmente inutile...

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