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Il caso Benatia-Crozza per come lo abbiamo inteso

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Un tizio utilizza un termine in maniera impropria (“Quel rigore è uno stupro”), un altro sfrutta la cosa per fare della satira (“Sai cos'è uno stupro? Il prossimo fallo cacciatelo su per il culo, così capisci”), il primo replica in maniera becera e quella che in origine era un'uscita infelice e basta, diventa un'uscita infelice con conseguenze da inferno dantesco. Inutili considerazioni a contorno: Benatia avrebbe potuto utilizzare la carta della furbizia ("Mi scusi dottor Crozza, le mie parole sono state eccessive e mal interpretate, beato lei che può utilizzare ogni genere di termine trincerandosi dietro il concetto di satira") ma sarebbe stato chiedere troppo. Benatia ha preferito fare il bullo di quartiere, quello che ti dice “ti aspetto fuori”. A conti fatti ci troviamo di fronte all'ennesimo caso che al momento sembra centrale per le sorti del pianeta e presto si rivelerà per quello che è: una cazzata. PS. Il termine da noi tradotto come “stupro”, in francese è “viol”, che oltralpe (e riferito alle questioni pallonare) risulterebbe un po' come il nostro “fottuto”. In definitiva Benatia avrebbe detto “Quel rigore ci ha fottuto” e se così fosse vorrebbe dire che abbiamo buttato via migliaia di tweet, parte di una trasmissione comica, un becero post su instagram e fiumi di inchiostro per discutere di una puttanata che, invece, si sarebbe potuta risolvere con una straordinaria dose del sempre più sottovalutato “silenzio”. di Fabrizio Biasin @FBiasin

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