Cartabia, la carta per il Quirinale
Neopresidente della Consulta, 56 anni, apre la strada all'elezione di una donna al Colle
Marta Cartabia è stata eletta presidente della Corte Costituzionale. La sua elezione non sorprende gli addetti ai lavori (l'hanno votata i 14 membri della Consulta all'unanimità, unica scheda bianca quella della stessa costituzionalista), ma apre scenari nuovi per il ruolo delle donne nelle istituzioni italiane. Mentre in Finlandia c'è una giovanissima premier di 34 anni, figlia di due madri, da noi a parte le presidenti di Camera e di Senato, manca ancora un capo del governo al femminile. Abbiamo una leader di partito giovane e forte, Giorgia Meloni, che ha saputo conquistare consensi lavorando sodo e vincendo le resistenze dei tanti uomini, perfino sovranisti come lei, che le avrebbero volentieri preferito un maschio. La numero uno di Fratelli d'Italia si è fatta tutta la campagna elettorale per il Campidoglio con il pancione - era all'ottavo mese di gravidanza - e se non ha vinto è soltanto perché gli alleati di centrodestra non sono stati in grado di compattarsi attorno all'unica candidata veramente spendibile per il dopo Marino. Ha prevalso la grillina Virginia Raggi per vari motivi di situazione politica (ricordate l'inchiesta su Mafia Capitale?), perché il Movimento Cinquestelle allora rappresentava una novità, una svolta "onesta" e una speranza di rinascita, ma anche perché era una giovane donna, avvocato, dalla faccia pulita, alla quale tanti elettori romani hanno scelto di dare fiducia convinti che alla novità unisse anche la competenza. Non è andata così. Non abbiamo premier donne e, in quanto alla presidenza della Repubblica, siamo ancora lontani e si riparla perfino di Prodi, nonostante la congiura dei 101 e la voglia di cambiamento che la società sta esprimendo. Il nome di Marta Cartabia, varesina, 56 anni, moglie e madre di tre figli, una vita a studiare tomi di Diritto Costituzionale e il tempo libero a correre o a scalare in montagna con la famiglia, era già venuto fuori per un possibile governo tecnico, ma lei aveva declinato l'invito.