Il presepe non deve morire
Tradizioni di casa nostra da conservare
Madonne con il burqa, San Giuseppe rottamati in nome di una modernità e di un menefreghisimo dilagante. Passano le mode, passano i tempi, non ci si manda neanche più una cartolina perché ci facciamo gli auguri con un emoticon su whattsup: va tutto bene, però lasciateci almeno la magia del presepe. Oggi, giorno dell'Epifania che tutte le feste porta via, toccherebbe disfare albero di Natale e presepe, ma per fortuna ci sono luoghi magici in cui almeno per qualche giorno è possibile ammirare la bellezza di queste nostre tradizioni cattoliche che lottano per non morire. A Greccio, nel Reatino, luogo del primo presepio vivente del mondo, dove ogni anno, terremoto o no, si celebra la rievocazione storica del 1223 voluta da San Francesco, fino all'8 gennaio sarà come essere a Betlemme. Presepe vivente anche a Corchiano, borgo del Viterbese, l'unico a poter contare su un bambinello vero con i genitori che fanno a gara per vedere il proprio piccolo in braccio a Maria. Freddo permettendo, fino a domenica anche qui sarà possibile godere di un vero spettacolo della Natività all'aperto, con tanto di colonna sonora di Nicola Piovani e voce narrante di Gigi Proietti. Tutta la comunità locale è impegnata nell'evento, i costumi riprendono fedelmente i vestiti del tempo e la location è unica: il "Monumento Naturale delle Forre" al quale si accede attraverso vie di epoca etrusca scavate nel tufo: luoghi di memoria storica, oggi area naturale protetta. A Sutri, infine, nel Parco Archeologico di una necropoli etrusco-romana a due passi dalla via Cassia, sarà difficile non restare incantati davanti allo spettacolo di grotte adibite ad antiche abitazioni, dai Re Magi che raggiungeranno la capanna della Natività partendo dalla cattedrale, dai fabbri che lavorano il ferro e dai fornai intenti a cuocere il pane. Con il presepe si torna indietro ad oltre duemila anni fa, ma è una storia che si deve perpetuare perché fa parte di noi.