Suffragette: battaglia per il voto delle donne, senza retorica
Il film appena uscito sulla storia dell'emancipazione femminile
Ho visto il film Suffragette della regista inglese Sarah Gavron e mi è piaciuto. Non è perché io sia una fanatica del femminismo tout court, ma perché parla di una storia vera che forse è bene tutti conoscano, donne e uomini compresi. Suffragette parla del grande movimento di emancipazione femminile che ha portato, nei primi decenni del Novecento, al diritto di voto per le donne inglesi. Fatti non parole è lo slogan di queste combattenti che hanno dovuto affrontare ogni tipo di repressione, il carcere duro, l'ostracismo delle colleghhe, gli abbandoni dei mariti che non capivano quella lotta e, spesso, se ne andavano con i figli per vergogna verso una consorte troppo ambiziosa, poco sottomessa. Suffragette parla di vita vera, anche se alcuni hanno criticato la pellicola considerandola troppo facile perché molte di quelle donne, lavandaie, operaie, farmaciste hanno subìto umiliazioni e dolore fisico, torture psicologiche e attacchi perfino dalla polizia che allora le considerava pericolose disturbatrici. Black bloc ante litteram ma con un dogma: mai violenza contro le persone, semmai contro le vetrine. Azioni eclatanti e battaglie estenuanti fino all'estremo sacrificio di qualcuna di loro e alla vittoria: il pieno suffragio per le donne nel 1928 (nel 1918 solo per alcune di almeno 30 anni). Domenica la presidente della Camera, Laura Boldrini, ha deciso di proiettare questo film nella sala della Regina di fronte a una platea di ragazze, donne, mogli, madri, nonne in visita a Montecitorio (e pure a qualche uomo). Per noi italiane il voto è arrivato solo il 31 gennaio 1945, giorno in cui fu firmato il decreto che estese il suffragio universale, mentre il 10 marzo sarà il 70esimo anniversario del giorno in cui, dopo la fine del fascismo, fu dato anche alle donne la possibilità di votare alle elezioni amministrative. La Bim, che distribuisce il film, lo porterà in tutte le scuole d'Italia con l'aiuto di Lorella Zanardo, già autrice de "Il corpo delle donne" e promotrice del progetto Suffragette 2.0".