L'ira del giovane Muccino
Continua la lite tra Silvio e il fratello Gabriele
alessandra menzani Silvio Muccino è stato zitto per anni. Silenzio assoluto sulla rottura del suo rapporto con il fratello Gabriele. Ma ora parla. Ed è durissimo, furioso. È un attacco lucido ma le parole sono pesantissime. Decide di dire la sua dopo le accuse del fratello, il regista che ha avuto fortuna anche in America, che negli ultimi tempi ha più volte dichiarato, anche sui social network in cui è incredibilmente attivo che a suo avviso il fratellino minore che aveva fatto debuttare al cinema nel suo Come te nessuno mai e con cui non parla da otto anni è stato «plagiato» e addirittura «sequestrato» dalla scrittrice e sceneggiatrice Carla Vangelista con cui collabora da anni. La Vangelista ha anche querelato il regista perché l'aveva definita «scrittrice senza talento». «Dopo 5 anni di assoluto silenzio, stanco e disgustato dalle sempre più gravi dichiarazioni pubbliche di mio fratello che riguardano la mia vita», scrive Silvio su Facebook, «sono costretto a parlare del mio privato sperando che questo metta fine al suo delirante soliloquio che da anni intasa siti internet e giornali». PETTEGOLEZZI BIECHI «A spingermi», dichiara l'attore, regista e scrittore, «sono le parole, basse e infamanti, secondo le quali sarei stato “plagiato” e “sequestrato”: io, un uomo di 31 anni, e da chi? da Carla Vangelista, un'amica, una scrittrice più che stimata, che collabora con me da anni, ingiustamente offesa dalle deliranti accuse di Gabriele. Non riesco a leggere niente di costruttivo nel cuore di quelle dichiarazioni. Non vedo l'artista, che mai mi sarei aspettato cadere così in basso al punto da trascinarmi per anni nel fango del pettegolezzo più bieco, e non vedo neppure il fratello perché Gabriele conosce benissimo i motivi del mio allontanamento». Silvio parla di «gravi episodi vissuti nella mia infanzia all'interno del nucleo familiare. Episodi di cui non parlo per decoro e per non nuocere alla mia famiglia. Gabriele sa», spiega. Silvio ripercorre quindi le tappe che hanno causato la rottura di ogni rapporto tra fratelli. «Pochi anni fa fu proprio lui (Gabriele, ndr) a tagliare i ponti con la mia famiglia, per costruirsi una vita serena con la moglie di allora (Silvio parla dell'ex del fratello, la musicista Elena Majoni, ndr). Fu proprio lui a dirmi che sarei dovuto “scappare da quella famiglia”. Ora sembra aver dimenticato. O forse preferisce non ricordare, perché quando il suo matrimonio naufragò, rinnegò tutto quello che aveva detto fino a quel momento e comunicò che era stato “plagiato dalla ex moglie”». EX MOGLI Lo sfogo di Muccino jr diventa una sorta di seduta di autoanalisi, come era stata anche il suo primo film da regista, Parlami d'amore, film co-sceneggiato dalla stessa Vangelista che aveva molti elementi autobiografici (un uomo giovane innamorato da una donna matura). Le parole sono spade. «Mi dispiace che un uomo come Gabriele abbia una così bassa stima di sé, ma questo non lo autorizza a proiettare su di me le sue paure. Questa del plagio è una vecchia storia a casa Muccino, e ora si sta ripetendo. Per il semplice motivo che è il modo più facile e veloce di spazzare sotto il tappeto le vere cause di scelte tanto radicali e dolorose come quelle che portano un figlio ad allontanarsi». «Anni fa», racconta Muccino, «questo scempio si compiva ai danni di un'altra donna, l'ex moglie di Gabriele. Io allora, in nome della mia famiglia, non la difesi abbastanza. Non me lo sono mai perdonato. Oggi le chiedo scusa. Oggi che il logoro e deresponsabilizzante copione familiare del “plagio” è messo in scena ai danni di Carla Vangelista, rivivo tutte le dinamiche di perversi meccanismi familiari. Nelle parole volgari di Gabriele intravedo il tumulto di un uomo insensato e rabbioso, che si riversa nell'etere mediatico senza sapere che con questo atteggiamento sta facendo a pezzi il suo stesso nome». NESSUNA PACE Nessuna possibilità di una pace. Anzi. «Le dichiarazioni di Gabriele», sottolinea ancora Silvio, «segnano uno spartiacque nella mia esistenza e mi dimostrano che allontanarmi da tanta violenza era l'unica scelta possibile per costruirmi una vita equilibrata, serena e consapevole». Silvio ipotizza anche l'idea di ricorrere alle vie legali, almeno sembra. «Sarò pronto ad ostacolare ogni iniziativa di Gabriele che possa nuocere a me ed alle persone che mi sono vicine e forse, così facendo, lo aiuterò anche a salvarsi dallo spirito autodistruttivo che sembra ormai possederlo».