Bancari, piani di accumulo e bond: investire in tempo di (quasi) guerra
Sembra di essere sull'ottovolante, listini che svoltano dal profondo rosso alla parità nel giro di un paio d'ore, pacchetti milionari di azioni che passano di mano e beni rifugio che spiccano il volo ai massimi degli ultimi mesi. Sono i mercati in tempo di (quasi) guerra. Incertezza che va ad aggiungersi all'incertezza che già abbondava a causa dell'inflazione e del caro energia. Tanti rischi, ma anche diverse opportunità che però mai come in questo momento dovrebbero essere gestite da professionisti. Non è il momento di improvvisarsi trader anche se la volatilità ingolosisce e non poco. «La crisi ucraina sta deflagrando, ma era una situazione che soprattutto sul versante energetico già faceva sentire i suoi effetti - evidenzia Massimo Gionso consigliere delegato di Cfo Sim -. Affidarsi a un piano di accumulo da incrementare nei momenti di ribasso dei mercati può essere una buona idea. Io poi credo che l'inflazione non andrà avanti a questi ritmi per molto... Resteranno delle opportunità di investimento interessanti, magari servirà una maggiore selezione e si tornerà a puntare sui settori più tradizionali e value - dai bancari per arrivare al food and beverage - a dispetto dei tech che tanto bene hanno fatto nel 2021».
OCCHIO ALLE UTILITY
E gli energetici? «A prescindere dalla contingenza ucraina, di solito le utility sono molto indebitate e quindi potrebbero scontare maggiormente i prossimi rialzi dei tassi di interesse». Resta l'obbligazionario. «Beh - continua - Gionso se si vogliono portare un po' di soldini a casa non è sui governativi che bisogna andare. Ci sono dei bond corporate a 1-2 anni, alcuni anche bancari, che assicurano gli stessi rendimenti dei titoli di Stato a 10 anni». Non la vede allo stesso modo Vincenzo Polidoro, l'amministratore delegato della società di investimento First Capital: «I titoli governativi, in particolare gli italiani, hanno subito un forte deprezzamento in previsione dei rialzi dei tassi di interesse. In questi primi mesi del 2022 sono stati ipervenduti rispetto ad altri titoli della cosiddetta "periferia dell'Europa" e per questo motivo può valer la pena investire in Btp per poi rivenderli nel medio periodo quando gli elementi di incertezza e i venti di guerra si saranno dileguati».
I BENI RIFUGIO
E i beni rifugio? Vale pena affidarsi all'oro nell'incertezza? «Beh, per farle un esempio, sarebbe come chi acquista la polizza nel momento dell'incidente. Evidentemente doveva pensarci prima, adesso è troppo tardi e rischia di strapagarla... Io comunque sono convinto che questi momenti di estrema volatilità siano anche occasioni di investimento... Per coglierle bisogna muoversi con gradualità su indici o titoli sottovalutati come le small cap o che hanno perso tanto dall'inizio dell'anno. Se mi chiede dei settori, io penso che ci siano ancora dei margini soprattutto su bancari e farmaceutici». Alla fine di una giornata complicata il Ftse Mib termina pressoché invariato a 26.044 punti, poco mosso come il Dax di Francoforte (-0,3%), l'Ibex 35 di Madrid (-0,1%) e il Cac 40 di Parigi. Il rendimento del Btp a dieci anni è ancora in crescita, all'1,93% mentre il differenziale con il bund non si muove molto, a 168 punti base, in virtù di una salita del rendimento anche del titolo tedesco a 0,25%. Tra i titoli più movimentati spicca Inwit, più 3,73%, perdono più del due per cento Buzzi Unicem, Saipem e Unicredit. Domani è un altro giorno e sembra tutto pronto per un altro giro sull'ottovolante.