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Tassa sulle cartelle esattoriali, interessi legali su del 125%

Tobia De Stefano
Tobia De Stefano

Mi sono laureato in legge e me ne infischiavo dell'economia, poi ho iniziato a fare il giornalista, gavetta-collaborazioni-pochi quattrini, e ho capito che senza soldi non si cantano messe. Da quel momento la gestione dei risparmi è diventata la mia passione. Ed eccomi qui a curare un blog sui “Vostri soldi” per il sito più irriverente che potete trovare in rete.

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 Daniele Franco Foto:  Daniele Franco
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Dalle bollette di luce a gas per arrivare fine a cereali, ferro, rame, carte e alle altre principali materie prime, il 2022 rischia di passare alla storia come l'anno dei rincari. È l'onda lunga del Covid ci ha costretto a restare a casa per mesi, "tappando" l'economia, che quando è tornata a correre ha creato dei colli di bottiglia nel ciclo produttivo che si sono riversati sui prezzi finali. Un fenomeno di cui si parla da mesi che pare sia destinato a consolidarsi nella prima parte del 2022, meno atteso era invece un altro rincaro ufficializzato solo pochi giorni fa e che produrrà i suoi effetti nefasti a partire dal primo gennaio. Il 15 dicembre infatti in Gazzetta Ufficiale è stato pubblicato un decreto del Mef che porta gli interessi legali dal minimo dello 0,01 all'1,25%. Un'impennata del 125%. Per ritrovare una percentuale più alta bisogna andare indietro fino al 2,5% del 2013.

IL CODICE CIVILE

Cos'è successo? Il nostro codice civile prevede che ogni anno il Mef entro il 15 di dicembre modifichi «il saggio» sulla base del rendimento medio annuo lordo dei titoli di Stato di durata non superiore a dodici mesi e tenuto conto del tasso di inflazione registrato nell'anno. Va da sè che con l'incremento del costo della vita spiegato sopra anche gli interessi legali siano schizzati. E qui veniamo al bello. Determinare un tasso di interesse per legge è importante perché serve da regola per le obbligazioni tra le parti. Se in un contratto si desiderano applicare degli interessi superiori alla misura legale, gli stessi dovranno essere pattuiti e richiederanno il consenso scritto del debitore. «In tutti i casi in cui, anche in un rapporto privato, viene concordata una dilazione di pagamento di un debito e non viene stabilito il tasso di interesse - spiega a Libero il commercialista Federico Grigoli dello studio Pirola Pennuto Zei & Associati - automaticamente si applica il tasso legale. L'incremento vuol dire che il debitore paga di più, mentre il creditore e lo Stato (l'interesse è tassato) incassano di più. Ci sono innumerevoli conseguenze: la cauzione che il conduttore versa al locatore e che viene restituita al termine dell'affitto matura interessi al tasso legale e lo stesso discorso vale per il ritardo nel pagamento delle imposte e il ravvedimento operoso che rappresenta uno strumento deflattivo del contenzioso. Mentre bisogna ricordare che in una controversia civile tra imprenditori il tasso legale di mora che si applica è dell'8% superiore al tasso legale tout court, essendo quest'ultimo il riferimento che fa da base per la determinazione>>.

CHI NON HA PAGATO LE TASSE

Tradotto in soldoni: se un contribuente non ha versato 20 mila euro di tasse, per ravvedersi lo scorso anno avrebbe pagato 2 euro di interessi legali, l'0,01% appunto, il prossimo ne dovrà sborsare 250. C'è una bella differenza. L'aspetto economico più preoccupante è che con questo rialzo viene certificato che l'aumento dell'inflazione è strutturale e una delle tipiche manovre per raffreddare il carovita è quella di portare su i tassi di interesse.  <<Anche se non c'è una stretta correlazione tra tasso dio interesse legale e tassi bancari - sottolinea Grigoli -, mi sembra he la strada verso un rialzo delle banche centrali sia tracciata. È solo una questione di tempo>>. 

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