Il fondo Usa Kkr incontra il governo: continua il pressing per prendersi Tim
Gli americani in marcia su Roma. In attesa di ricevere una risposta sulla richiesta di due diligence preliminare al lancio di un'Opa sul 100% delle azioni Tim, gli uomini del fondo Usa Kkr sono arrivati in Italia per una serie di incontri istituzionali. L'indiscrezione rilanciata dal sito Dagospia ha scatenato la caccia a Henry Kravis, uno dei fondatori del colosso del private equity per le strade della Capitale, in realtà non è la prima e non sarà l'ultima volta che manager e consulenti del fondo a stelle e strisce vengono in Italia per incontrare advisor e stakeholder. Non risultano incontri, come trapelato in un primo momento, con il titolare dell'Innovazione Tecnologica Vittorio Colao, mentre sembra certo un vertice, e non sarebbe il primo, con il direttore generale del Tesoro Alessandro Rivera. Il segnale evidente che prima di avanzare la proposta d'Opa il fondo Usa aveva già avviato contatti con il Mef e ricevuto evidentemente un sostanziale via libera.
SI RIUNISCONO I COMITATI
Non sfugge, infatti, la concomitanza della visita con le riunioni del comitato controllo e rischi e di quello presieduto da Salvatore Rossi per valutare le offerte sul gruppo di Tlc di giovedì e del Cda di venerdì 17. Il consiglio di amministrazione oltre a verificare la possibilità di trovare un posto per far entrare il nuovo direttore generale Pietro Labriola (ma l'ex ad Gubitosi non vuol dimettersi), dovrà decidere se lanciare un terzo profit warning (allarme utili) a causa dei cattivi risultati del contratto firmato con Dazn e se dare una risposta Kkr sulla richiesta di aprire una data room per verificare i conti di Tim. Ma non è stata questa l'unica novità di giornata in casa Telecom, con il titolo che ha guadagnato lo 0,48% chiudendo a 0,4422 euro. Su richiesta della Consob, infatti, il fondo di private equity ha dovuto fare alcune precisazioni sulle caratteristiche dell'operazione che vorrebbe portare avanti. Nella nota è stato innanzitutto evidenziato che l'approccio all'operazione su Tim è di natura amichevole e infatti «Kkr intende confrontarsi quanto prima con il Consiglio di amministrazione». Che l'offerta «prevede un prezzo indicativo in contanti pari a Euro 0,505 per azione ordinaria e di risparmio... con un premio del 62% e del 54% rispetto al prezzo di chiusura del 3 novembre...». E che il fondo si attende di essere in grado «di prendere una decisione sull'offerta e sulla relativa comunicazione ai sensi dell'articolo 102 del Tuf a seguito del completamento di una due diligence di conferma delle proprie analisi... e che non ha fissato un termine per l'accesso alla due diligence e quindi resta in attesa delle determinazioni del Cda di Tim in merito».
LA DUE DILIGENCE
Perché si è arrivati a queste precisazioni? Nel fine settimana indiscrezioni di stampa hanno evidenziato che Kkr sarebbe stato pronto a lanciare un'Opa anche se il Cda avesse bocciato la richiesta di due diligence e che stava considerando l'ipotesi, non a breve, di rilanciare rispetto al prezzo di 0,5050 euro per azione indicato nella lettera del 20 novembre. Le precisazioni di ieri, in realtà, non smentiscono né l'una né l'altra ipotesi ma precisano che l'intenzione di Kkr resta quella di portare avanti un'operazione amichevole e che il fondo si aspetta di poter accedere alla data room di Tim. Ma se il Cda di venerdì dovesse dire no alla richiesta di accedere ai conti di Tim, Kkr cosa farà? Secondo quanto risulta a Libero andrebbe avanti. E in quel caso si aprirebbe una storia tutta da scrivere con le possibili offerte di altri fondi, magari a fianco del primo azionista, Vivendi.