Alla scoperta di una perla nascosta nelle Langhe
A pochi chilometri dal cuore pulsante della frenetica vita cittadina, nell’incanto discreto dell’Alta Langa, ho scoperto un angolo di Piemonte che riesce a coniugare la bellezza del passato con la raffinatezza del presente. Relais Le Due Matote, un antico casale del XVI secolo, è tornato a nuova vita, e ha trovato la sua dimensione ideale come luogo di ospitalità di lusso, ma senza l’opulenza invadente che spesso accompagna questi termini.
Quando sono arrivata, l’edificio, perfettamente incastonato tra le colline, sembrava raccontare storie di tempi andati. Non si trattava solo di un restauro architettonico, ma di un vero e proprio recupero dell’anima del luogo. Mi è stato raccontato che molti abitanti di Bossolasco, il piccolo comune che ospita questo relais, ricordano ancora le vicende personali legate a questa cascina. Per molti, le generazioni passate vi lavoravano la terra e il ritorno di questa proprietà è stato vissuto come un riscatto collettivo. Le famiglie del paese, che un tempo trovavano qui il loro sostentamento, vedono oggi questo spazio riaperto al mondo, trasformato in un luogo di eccellenza.
Arianna Cefis, proprietaria e anima dietro il progetto, ha saputo coniugare passato e presente in modo armonioso. Durante la visita, ho osservato con ammirazione i dettagli della ristrutturazione: dai pavimenti in cementine recuperate dalle cascine piemontesi, agli arredi artigianali creati da mani locali. Arianna mi ha raccontato del suo amore a prima vista per questo angolo di Langhe, un incontro che l’ha spinta a rimboccarsi le maniche per riportarlo alla luce con la stessa passione che si sente in ogni scelta progettuale.
Bossolasco, il paese che circonda Le Due Matote, è un borgo di meno di mille abitanti, arroccato a 800 metri sul livello del mare. Ma non lasciatevi ingannare dalle sue dimensioni ridotte: quando vi trovate qui in primavera, sarete accolti da una spettacolare fioritura di rose che invade le strade e i vicoli del centro. Una celebrazione floreale che ogni anno attira centinaia di visitatori e che si ripete anche all’interno del relais, dove molte altre varietà di rose inglesi sono state piantate nel giardino per abbellire ulteriormente la cornice naturale del luogo.
Ciò che più mi ha colpito, oltre alla bellezza del luogo, è stata la filosofia di sostenibilità che permea ogni aspetto della struttura. Non parliamo solo di una moda del momento, ma di un vero e proprio impegno per ridurre l’impatto ambientale senza sacrificare il comfort. I pannelli solari forniscono energia, l’acqua piovana viene raccolta per irrigare i giardini, e la struttura è chiusa durante i mesi invernali per minimizzare l’uso di combustibili fossili. Persino i flaconi dei prodotti delle camere (creme, shampoo, ecc) sono refillabili, riducendo la plastica in eccesso. Una scelta intelligente e, allo stesso tempo, raffinata.
Un altro esempio di questo approccio “sostenibile e di lusso” è la colazione. Niente buffet, con sprechi alimentari evidenti, ma un servizio personalizzato al tavolo, in camera o dove si preferisce. Un’esperienza su misura per ogni ospite che viene concordata nei dettagli il giorno prima. E poi c’è l’orto: curato con una dedizione che sfiora l’ossessione, esso fornisce frutta, verdure ed erbe aromatiche freschissime che l'eccellente chef Luca La Peccerella utilizza nel menù del ristorante L’Orangerie. L’orto non è solo un vezzo estetico: è simbiotico, il compost ottenuto dagli scarti organici torna alla terra per nutrire le piante, in un circolo virtuoso che celebra la natura.
Dopo aver visitato l’orto e osservato le coltivazioni stagionali, sono stata invitata a cena per degustare molti piatti del menù. Un trionfo di sapori locali, interpretati con creatività e rispetto per la tradizione. La cucina a vista del ristorante L’Orangerie permette di osservare lo chef e la sua brigata all’opera, mentre si gode della vista sul Monviso che svetta all’orizzonte. Tra le portate prelibate: Pizzetta fritta, vitello tonnato, capperi, jus e insalatiera dell'orto/ Fiore di zucca, ricotta di seirass, chutney di pomodoro e salsa al basilico/ Foie gras au torchon, fichi, uva, bietole pane tostato/ Plin ripieni al ragù napoletano omaggio a nonna Ida/ Bucatini in estrazione di cipolla, avena e peperone crusco/ Rollata di coniglio, salsa all'arnais e tartufo, cedro e uovo di trota/ Astice ai carboni, panzanella e bloody mary. Tra i dessert: Tiramisù cannella e ananas/ Millefoglie di cannolo siciliano, chantilly di ricotta di pecora e zuppetta di fichi d'India. Ma non è tutto. Accanto a L’Orangerie, c’è anche Il Giardino, un ristorante che di giorno si trasforma in trattoria per pranzi veloci e informali, e di sera diventa una pizzeria gourmet. Qui, l’impasto a lunga lievitazione promette una pizza leggera e croccante, ideale per accompagnare un calice di spumante di Alta Langa al tramonto, magari seduti nella lounge all’aperto o nel suggestivo Crystal Bar, un ambiente elegante dominato dai toni verdi e rossi, con dettagli dipinti a mano che conferiscono un tocco di charme.
Durante la primavera e l'estate, la splendida piscina, incastonata tra i vigneti, offre un ambiente perfetto per il relax e il benessere. Circondata da comodi lettini e immersa in un'atmosfera di assoluta tranquillità, è il luogo ideale per rigenerarsi e godersi momenti di pace sotto il sole.
Le sei suite del Relais sono un rifugio di pace e comfort. Ogni stanza è unica, con particolari che la distinguono dalle altre: dal letto dove avrebbe dormito Napoleone alla Suite Botticelli, che ospita un bagno di 30 mq che sembra un’oasi di tranquillità. Quando ho varcato la soglia di una di queste suite, la luce naturale che filtrava dalle ampie finestre, la vista sulle colline circostanti e il profumo dei fiori appena colti hanno immediatamente creato un’atmosfera rilassante. Un dettaglio che ho apprezzato particolarmente? Il sacchetto con i piccoli baci alla mandorla e rosa alla sera, come augurio della buonanotte, appoggiati sul cuscino.
Dopo una passeggiata in giardino mi sono lasciata cullare dal ritmo lento e rigenerante del luogo. Qui, anche la zona wellness riflette l’attenzione alla sostenibilità, con una piscina terapeutica riscaldata, trattamenti ayurvedici e una partnership con “Comfort Zone”, un brand italiano che condivide gli stessi valori di qualità e rispetto per l’ambiente.
Per chi cerca un’esperienza davvero indimenticabile, Le Due Matote offre anche esperienze su misura: da una degustazione di vini locali con il sommelier, a un picnic gourmet a bordo di una Fiat 500 spiaggina, fino a escursioni in bici elettrica per esplorare le colline circostanti. C’è un’evidente cura per ogni dettaglio, con un obiettivo chiaro: offrire agli ospiti un’esperienza di lusso autentica, senza formalità.
Infine, a pochi passi dal relais, si trova Maison Otto, un’altra proprietà della stessa famiglia, anch’essa finemente ristrutturata. Questo bed&breakfast con piscina e spa offre un’opzione ideale per chi cerca una maggiore intimità o vuole affittare l’intera struttura per un soggiorno in compagnia di amici o famiglia. Ancora una volta, l’eleganza e il rispetto per la tradizione si fondono con un lusso discreto, che rende il soggiorno davvero speciale.
Arianna Cefis ha impresso il suo gusto raffinato e la sua lunga esperienza nel mondo del lusso in ogni angolo del Relais Le Due Matote. Questo luogo è una dichiarazione d’amore per le Langhe e per un turismo che sappia valorizzare il territorio senza stravolgerlo. Qui, tra le colline piemontesi, la bellezza si manifesta in ogni dettaglio e l’ospite può godere di un’esperienza unica, sospesa tra passato e futuro.
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