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Le regole nella chirurgia e medicina estetica 

Orchidea Colonna
Orchidea Colonna

Giornalista, globetrotter e food lover. Sono convinta che ogni viaggio, ogni luogo visitato e osservato, ci renda più ricchi dentro. Da un viaggio si torna sempre diversi e migliori da come si è partiti. Seguitemi e attraverso i miei occhi scoprirete un mondo di inattesa bellezza

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"In Italia, nella migliore delle ipotesi, solo un operatore su due possiede le qualifiche necessarie", denuncia il dottor Paolo Santanchè specialista in chirurgia plastica, in una Adnkronos. "I controlli? Sono carenti". Nel frattempo, anche il turismo estetico è in forte crescita: "Una piaga, vediamo danni spaventosi". Russian Lips, Fox Eye, glutei brasiliani e volti alterati sono le ultime tendenze. "I social media hanno creato un disastro. Ormai siamo in una situazione da Far West". Il chirurgo plastico Paolo Santanchè, una vita dedicata alla professione e una clientela consolidata e fedele, continua a denunciare ciò che non va nel variegato mondo della chirurgia estetica.

Dottore, cosa l'ha spinta a sollevare il problema del "Far West del ritocco" di cui parla alla Adnkronos? 
Purtroppo, nel campo della chirurgia plastica estetica, si è ormai perso ogni ritegno nella pubblicità: l’etica medica è stata brutalmente soppiantata dal marketing più becero. Molti medici si presentano come imbonitori che sollecitano l’acquisto dei loro interventi, delle loro tecniche, strillati come i migliori, unici, talvolta addirittura “brevettati”. Il medico non è un venditore di prestazioni. Il medico deve curare e nel campo dell’estetica deve curare il disagio provocato dalla mancata accettazione di una caratteristica fisica.

È vero che in Italia solo 1 operatore su 2 ha i titoli a posto? 
Dobbiamo premettere un distinguo: purtroppo in Italia un medico generico neolaureato è legalmente autorizzato a fare tutto, addirittura qualsiasi intervento, tranne che l’anestesista o il radioterapista, che sono le uniche due materie che richiedono la specializzazione. Quindi, se dal lato legale qualunque medico può esercitare la chirurgia estetica, dal lato razionale è assolutamente insensato che possa farlo senza un’adeguata preparazione certificata. Quindi i personaggi che senza il corretto titolo universitario di “specializzazione in chirurgia plastica”, o “plastica e ricostruttiva”, o “plastica ricostruttiva ed estetica” (che sono equipollenti) non possono legalmente definirsi “chirurgo plastico” o “chirurgo estetico”, pena la sospensione dall’Albo dell’Ordine dei medici, cosa che non ho mai visto applicare, neppure dietro segnalazione. In molte pubblicità vengono poi vantati o millantati titoli che, non essendo riconosciuti dallo Stato, non potrebbero venir pubblicizzati.

Come valuta quindi l'efficacia dei controlli sulle qualifiche e sulle pratiche dei professionisti del settore?
I controlli praticamente non esistono e men che meno vengono applicate le relative sanzioni: tutto questo va a detrimento non solo della professionalità dei veri chirurghi plastici seri, ma anche e soprattutto della sicurezza dei pazienti, che vengono turlupinati da una pubblicità falsa e ingannevole.

Quali azioni o regolamentazioni ritiene necessarie per migliorare la sicurezza nel settore della chirurgia estetica?
Il problema, purtroppo, non è la mancanza di regolamentazioni, ma il fatto che non vengono applicate e sono regolarmente disattese. Certamente il fatto che tutte le chirurgie non siano rigorosamente riservate esclusivamente ai relativi specialisti del settore è una vera e propria questione d’inciviltà. È un qualcosa di veramente anomalo:  negli altri campi a nessun paziente verrebbe in mente di farsi operare al cuore, all’anca, agli occhi da un non-specialista, mentre il campo della chirurgia estetica, dopo magari un'attenta e meticolosa ricerca, rivolgersi a un qualsiasi medico senza la specializzazione.

Il turismo estetico inoltre sta dilagando a macchia d'olio. Cosa ne pensa?
Rifacendomi a quanto appena detto sopra, c’è una buona fetta di pazienti che sottovaluta la complessità e la difficoltà della buona chirurgia estetica, valutandola come un semplice prodotto da supermercato: sceglie col semplice criterio del prezzo. Questo fa sì che anche i peggiori chirurghi, offrendo pressi vantaggiosi, possano avere clienti. Ma come in tutti gli altri campi la qualità ha un prezzo, e quando paghi poco, avrai poco. Peccato che in questo settore il poco vada a scapito non solo dei risultati, ma soprattutto della sicurezza e della salute.

Quali sono le principali sfide e problematiche che si prospettano in futuro nel panorama della chirurgia estetica?
La chirurgia estetica, pur essendo in continua evoluzione, è già fin da ora giunta a  una qualità di alto livello: peccato che i chirurghi che praticano questi standard non siano la maggioranza. La sfida oggi è la biologia, le cellule staminali, il vero e proprio ringiovanimento delle cellule: siamo solo agli inizi, ma le prossime generazioni vedranno senz’altro i risultati

Cosa pensa delle tendenze attuali del ritocco estetico come Brazilian Butt Lift, Fox Eyes e Russian Lips?
La chirurgia estetica è nata per risolvere il disagio provato da chi non riesce ad accettare e convivere serenamente con degli aspetti del proprio corpo che vengono genericamente considerati dei difetti. Nella mia opinione strettamente personale, non ritengo etico intervenire invasivamente sul corpo umano semplicemente per seguire mode che propongono modificazioni francamente innaturali e talvolta caricaturali.

C'è un trend specifico nel ritocco di bellezza che fa particolarmente preoccupare per la salute dei pazienti?
Il problema attualmente ingravescente è la sottovalutazione delle pratiche mediche e chirurgiche dedicate all’estetica. La chirurgia, demandata a chirurghi impreparati e cialtroni, la medicina spesso sempre più spesso praticata illegalmente dalle estetiste.

Quali sono i rischi associati alle pratiche di bellezza influenzate dai social media, come l'effetto filtro?
La tendenza di alcune persone a proporre sul web la loro immagine modificata dai filtri, e quindi falsifica e innaturale, può portare a volersi identificare con quell’immagine virtuale e a non accettare più l’immagine reale e anzi, a voler trasformare l’immagine reale in quella virtuale.

Quale è la percentuale di pazienti che opera per danni eseguiti da altri chirurghi?
Ormai la necessità di riparare i danni della cattiva chirurgia estetica ha raggiunto proporzioni allarmanti. Ci stiamo avvicinando al 50%.
 
Quali consigli darebbe a qualcuno che sta pensando di sottoporsi a un intervento di chirurgia estetica?
Per la ricerca del professionista oggi internet può ingannare, ma se ben usato può essere di grande aiuto. Sul sito della Federazione Nazionale degli Ordini dei medici, c’è l’elenco di tutti i medici autorizzati a esercitare in Italia con tutti i titoli con valore legale: basta digitare su Google Fnomceo e nella sezione anagrafica, potrete verificare se sono specialisti in chirurgia plastica. Se sul loro sito vantano titoli che non hanno, su cos’altro mentiranno?  Verificate poi se sono iscritti a una delle due grosse società scientifiche SICE o AICPE: non è obbligatorio, ma se non sono stati ammessi, non è un buon segno. Evitate chi reclamizza visite gratuite (proibite dal Codice Deontologico): invece che preoccuparsi del vostro benessere e impegnarsi a comprendere a fondo i vostri desideri e le vostre aspettative, vorrà solo vendervi qualcosa. Quando fate la visita, siate soddisfatti solo se siete convinti che ha capito il vostro problema e le vostre aspettative, se avrà chiarito a fondo i pro e i contro dell’intervento proposto e avrà risposto a tutte le vostre domande. Inoltre assicuratevi che oltre alla pianificazione dell’intervento, avrà pianificato anche tutte le medicazioni e i controlli post-operatori. E poi fondamentale: dovrete avere feeling col chirurgo.

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