La bellezza di Palazzo Cicogna a Milano e l'origine della Scapigliatura milanese"
Sta finendo questo caldo agosto e rientrare a Milano, con le strade ancora quasi deserte, è meraviglioso. Camminare per il centro e sentire il rumore delle mie scarpe e lo zampettare di Leone, il mio indomabile cane, che riecheggiano nel silenzio, dona un senso di pace assoluta. Così si apprezza una città profonda e sconosciuta, lontana dalla frenesia a cui siamo abituati e colma di una bellezza talvolta un po’ occultata come i famosi cortili, parchi e giardini all’interno di edifici privati. Sono in via Vivaio e sto pensando per esempio che nella seconda metà dell’Ottocento, due erano i punti di ritrovo degli Scapigliati: l'osteria del Polpetta e il giardino dei Cicogna, nella parte coltivata ad ortaglia. A quei tempi corso Monforte terminava sui bastioni chiusi dalle larghe ombre di ippocastani giganteschi, in mezzo ai bei giardini patrizi e alle vaste e pingui ortaglie. Il mezzo di collegamento con questa zona bucolica era un vecchio omnibus color verde pisello, che trasportava rarissimi passeggeri. Via Vivaio, come suggerisce il toponimo, era una zona assolutamente campestre, con solo un paio di case moderne accanto a un paio di antiche case rurali. Vi abitavano molti artisti amanti della quiete del calibro di : Lucio Fontana, Eugenio Perego, Giuseppe Barbaglia, Borgomainerio.
Il ritrovo a mezzogiorno era dal Polpetta, sull'angolo di via Conservatorio, dove convenivano anche personaggi come: Tranquillo Cremona, Giuseppe Grandi ed Emilio Praga, che abitava in Monforte. La polpetta milanese, piatto povero e di recupero per antonomasia, era così famosa fra gli Scapigliati che il poeta e commediografo dialettale Ferdinando Fontana compose la Polpetta del Re. «Il Parco è stato definito irreale» mi ricordava tempo fa l’avvocato Roberto Campagnolo, «in quanto ancor oggi ha preservato la stessa tipologia floreale del ‘700, l’unico colore è manifestato da un piccolo pesco e le siepi mantengono la sobrietà del tempo». Lo Studio legale Campagnolo, infatti, fondato nel 1991, è ospitato proprio nello splendido Palazzo Cicogna, visitabile in alcuni periodi dell'anno e con ingresso da corso Monforte e via San Damiano. Questo palazzo è forse oggi l'unico esempio rimasto a Milano che abbia conservato l'aspetto di una "grande casa da nobile". Il palazzo fu iniziato nel '500 in stile rinascimentale dalla famiglia Arrigoni. Nel 1569 venne venduto e solo nel 1828 diventò proprietà del conte Cailo Cicogna Mozzoni. Questi fece chiudere il cortile verso corso Monforte con una decorazione romantica dell'architetto Sanquirico. Tale costruzione neogotica fu molto criticata perché in contrasto con l'aspetto severo del cortile. Solo nel 1972/73, a distanza di 150 anni, è stata ripristinata l'antica facciata in tinta unita ed è stato completato il cortile con una quarta facciata in stile rinascimentale, identica a quella originale. La facciata verso il giardino, posta oggi anche su via Mozart, venne ristrutturata nel 1906 nell'originale stile barocco dall'architetto Alemagna. «Lo Studio contiene affreschi del ‘600 appena restaurati» spiegava l'avvocato Campagnolo «soffitti in legno con cassettoni in oro zecchino, maioliche dipinte a mano, specchiere del ‘700, statue in marmo, camini decorati con stemmi in ferro battuto. Il complesso con annesso giardino originariamente occupava tutto il borgo Monforte, solo nel 1929/30 fu creata via Mozart che tagliò il parco. Dal lato che dava su via Vivaio l'area era coltivata ad ortaglia e qui, grazie a una intraprendente famiglia di portinai, ebbe origine la Scapigliatura milanese». Un gioiello di Milano che, nella tranquillità di questi ultimi giorni d’agosto, ci ricorda come spesso la bellezza sia a pochi passi da casa. Palazzo Cicogna è visitabile.
Per info: www.studiolegalecampagnolo.com