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Corpus Naturae, al Mattatoio un manifesto politico e poetico sulla Dea Madre

Nicoletta Orlandi Posti
Nicoletta Orlandi Posti

Nicoletta Orlandi Posti è nata e cresciuta alla Garbatella, popolare quartiere di Roma, ma vive a Milano. Giornalista professionista e storica dell'arte, cura su LiberoTv la rubrica "ART'è". Nel 2011 ha scritto "Il sacco di Roma. Tutta la verità sulla giunta Alemanno" (editori Riuniti); nel 2013 con i tipi dello stesso editore è uscito "Il sangue politico": la prefazione è di Erri De Luca. Il suo romanzo "A come amore", pubblicato a puntate su Facebook, ha dato il via nel 2008 all'era dell'e-feuilleton. A febbraio del 2015 è uscito il suo primo ebook "Expo2051". Nel 2016 Castelvecchi ha pubblicato il suo libro "Le bombe di Roma"; nel 2019 è uscita la seconda edizione. Sta lavorando a un romanzo erotico. Il titolo del blog è un omaggio al saggio del prof Vincenzo Trione.

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Al Mattatoio di Roma apre oggi al pubblico la mostra "Corpus Naturae" un dialogo intergenerazionale tra due artiste lontane per epoca e formazione unite da un unico linguaggio: quello delle piante e del legame profondo tra il corpo umano e la natura. Bianca Pucciarelli Menna, nota come Tomaso Binga, classe 1931, e María Ángeles Vila Tortosa, nata a Valencia nel 1978, ci portano in un viaggio attraverso la materia vivente, ridefinendo il concetto di esistenza e il rapporto con la Terra mettendo in discussione le forme di dominio, gerarchia e appropriazione tipiche della modernità capitalista, patriarcale e antropocentrica.

Binga, pioniera dell’arte verbo-visuale, ha da sempre coniugato corpo e linguaggio, esplorando i limiti della soggettività femminile. Le sue opere, dagli anni '70 a oggi, riflettono l’intimo legame tra natura e corpo, mettendo in luce la lotta delle donne contro secoli di assoggettamento culturale e fisico. Dall’altro lato, María Ángeles Vila Tortosa indaga il mondo delle piante, conferendo a queste creature ancestrali una nuova grammatica visiva. Le sue stampe vegetali non sono solo rappresentazioni naturalistiche, ma atti di resistenza domestica e intima connessione con l’essenza del vivente. Le piante, nei suoi lavori, diventano corpo e presenza, svelando l'importanza della cura, della protezione e della rigenerazione.

Curta da Benedetta Carpi De Resmini, la mostra "è un richiamo alla visione biocentrica dell'universo" e nasce dalla volontà di rivelare le molteplici connessioni, anche inconsapevoli, nel lavoro di Tomaso Binga e María Ángeles Vila Tortosa con gli studi dell'archeologa Marija Gimbutas (Vilnius 1921 - Los Angeles 1994), incentrati intorno al sacro identificato con la natura e con il femminile. L’archeologa, infatti, ha contribuito a diffondere nel mondo contemporaneo la coscienza di come la Terra fosse anticamente venerata come Dea Madre Creatrice, evidenziando la necessità di una concezione ciclica dell'universo. La Terra, intesa come Madre-Terra, diventa lo spazio linguistico entro cui si muove la ricerca della mostra: è la matrice da cui emerge una rinnovata attenzione verso il mondo vegetale, un universo in armonia con i ritmi stagionali e naturali.

La scelta del Mattatoio come sede espositiva non è casuale: un luogo dove i corpi venivano ridotti a merci diventa oggi un tempio di riflessione sul potere rigenerativo della natura. Gli spazi si trasformano in un ventre accogliente, dove le opere di Binga e Vila Tortosa instaurano una conversazione tra elementi vegetali e corpi femminili, evocando un senso di rinascita e di riconciliazione con la Terra. 

 

Promossa dall’Assessorato alla Cultura di Roma Capitale e Azienda Speciale Palaexpo, la mostra è organizzata da Azienda Speciale Palaexpo con la collaborazione di Latitudo e realizzata con il supporto di Instituto Cervantes di Roma e Lithuanian Culture Institute. Dal 13 settembre al 13 ottobre 2024. Ingresso gratuito

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