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L'anticonformista Helen Frankenthaler a Palazzo Strozzi: “Vai contro le regole o ignora le regole"

lunedì 12 agosto 2024

3' di lettura

“Vai contro le regole o ignora le regole. Questo è l’unico modo per creare vera innovazione.” Con queste parole, Helen Frankenthaler riassumeva la sua filosofia artistica, un approccio che l'ha resa una figura fondamentale nella storia dell'arte americana del Novecento. La sua capacità di sfidare le convenzioni non era solo una dichiarazione d'intenti, ma una pratica costante che ha trasformato la sua arte in un campo di continua esplorazione e innovazione. Nata a New York nel 1928, Helen iniziò a studiare pittura nel 1946, gettandosi nel mondo dell'arte con una determinazione che le permise di emergere rapidamente. Il suo debutto avvenne nel 1950 con una mostra collettiva presso la galleria Seligman di New York, dove invitò l'influente critico d'arte Clement Greenberg, che divenne presto uno dei suoi principali sostenitori e amici intimi. Questa connessione fu determinante per il riconoscimento della sua arte, poiché Greenberg avrebbe in seguito giocato un ruolo chiave nella diffusione e comprensione del suo lavoro.

Helen è forse l'unica artista della seconda generazione di espressionisti astratti cui è stata riconosciuta un'influenza determinante sui successivi sviluppi della pittura astratta. Il suo contributo più rivoluzionario è probabilmente la tecnica del "soak-stain", che utilizza per la prima volta nel suo celebre dipinto Mountains and Sea del 1952. Realizzato in un loft senza finestre, il dipinto rappresenta un punto di svolta non solo per Frankenthaler, ma per l'intera pittura astratta. Seguendo l'esempio di Jackson Pollock, stese la tela sul pavimento e versò il colore direttamente su di essa, senza mai toccarlo con un pennello. Ma, a differenza di Pollock, che usava vernice più densa, Helen preferiva colori a olio diluiti con trementina o cherosene, ottenendo effetti simili all'acquerello.  Questo metodo le permetteva di fondere il colore con la tela, creando superfici di una leggerezza e trasparenza che evocano il movimento fluido dell'acqua. Questa attrazione per l'acqua e la trasparenza era radicata in Helen fin dall'infanzia, quando passava ore a giocare con smalto per unghie versato nell'acqua, affascinata dal modo in cui i colori si espandevano e mescolavano sulla superficie. Questa stessa fascinazione si traduce nelle sue tele, dove il colore e la tela diventano un tutt'uno, dando vita a opere che sembrano fluttuare tra la dimensione tattile e quella visiva.

Nonostante l'influenza di Pollock, Helen sottolineava sempre le differenze tra il suo approccio e quello del maestro. "Io non desideravo copiare Pollock," spiegava. "Avevo bisogno di qualcosa di più liquido, acquoso, diluito." Questo desiderio di esplorare nuove possibilità la portò a sviluppare una tecnica distintiva che, pur ispirandosi ai grandi dell'Espressionismo astratto, ne superava i confini, anticipando quella che Greenberg avrebbe chiamato "Post Painterly Abstraction" o Astrazione Postpittorica.  Il riconoscimento ufficiale del suo lavoro arrivò nel 1960, quando Greenberg scrisse su Art International che artisti come Morris Louis e Kenneth Noland avevano superato l'influenza del cubismo e intrapreso una nuova direzione artistica grazie all'incontro con il dipinto Mountains and Sea di Helen Frankenthaler. Louis e Noland, come Frankenthaler, preferivano tele non preparate e si concentravano su un uso del colore che enfatizzava l'aspetto visivo rispetto a quello tattile, un approccio che sarebbe diventato emblematico dell'Astrazione Postpittorica.

La mostra "Helen Frankenthaler: Dipingere senza regole", in programma a Palazzo Strozzi dal 27 settembre 2024 al 26 gennaio 2025, offre una rara opportunità di immergersi nel mondo di questa straordinaria artista. Attraverso una selezione di opere che coprono quasi cinque decenni, la retrospettiva mette in luce non solo l'evoluzione del suo stile, ma anche le influenze reciproche tra Frankenthaler e altri giganti dell'arte del suo tempo, come Jackson Pollock, Mark Rothko e Robert Motherwell.  Il progetto “permetterà di scoprire l’arte libera e non convenzionale di un’artista che ha segnato la storia della pittura e la figura della donna nel mondo dell’arte”, ha spiegato Arturo Galansino, Presidente della Fondazione Palazzo Strozzi presentando la mostra. La sua arte non è solo un punto di riferimento storico, ma continua a essere una fonte inesauribile di ispirazione. Helen Frankenthaler ci ricorda che l'innovazione autentica nasce dal coraggio di ignorare le regole e di seguire la propria visione, sfidando non solo le convenzioni artistiche ma anche quelle sociali. Questo spirito libero e innovativo non solo ha ridefinito la pittura astratta, ma ha anche aperto la strada a nuove generazioni di artisti, dimostrando che la vera creatività non conosce confini. 

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