La Traviata in Cina, una inedita storia di donne che hanno costruito ponti
È la storia di tante donne il film “La Traviata in Cina” presentato in prima assoluta al Palazzo del Cinema Anteo di Milano. Un coro di voci femminili - protagoniste assolute sui palchi dei più importanti teatri lirici del mondo nei panni di Violetta - accomunate dall'amore per la lirica italiana che sono riuscite a "costruire ponti" convinte che l'arte e la cultura avvicinino i popoli con risultati imprevedibili e di grande valore. Ed è uno straordinario risultato il film co-prodotto da Big Eyes Vision International e dalla China Central Opera House: un prezioso documento storico che grazie alle testimonianze delle protagoniste (e dei protagonisti) rivela quello che pochi sanno a proposito dell’opera di Verdi più conosciuta e amata. La Traviata, infatti, fu introdotta in Cina molto prima di quanto immaginiamo. Spiega il soprano You Hongfei - protagonista del film - che il romanzo omonimo fu scritto dal francese Alexandre Duman figlio nel 1848. Solo pochi decenni dopo, nel 1897, fu lo scrittore Lin Shu a chiedere a un amico Wang Shouchang che era tornato dagli studi in Francia di tradurre il testo. Questo libro, titolato in cinese “Sogno della camera rossa dello straniero”, divenne il primo capolavoro letterario occidentale a essere pubblicato in Cina e in pochissimo tempo divenne molto popolare.
Nel 1907 la Chunliu Society, che era un’organizzazione di giovani cinesi che studiavano in Giappone, mise in scena per la prima volta la versione drammatica della Traviata a Tokyo. Uno di loro, Li Shutong, si travestì da donna e apparve in un abito bianco. Interpretò con successo il ruolo di Violetta nello spettacolo e divenne un pioniere del movimento del teatro di prosa cinese. La trama è apparsa anche in film di diversi registi e di diversi attori e attrici così da essere conosciuta da varie generazioni del pubblico cinese. In realtà già nella prima metà del XX secolo gli europei espatriati a Shanghai avevano messo in scena l’opera La Traviata mentre il soprano cinese Gao Zhilan negli anni Quaranta cantava da protagonista nella produzione della compagnia d’opera russa. Ma l’opera sbocciò davvero nella Nuova Cina quasi un secolo dopo la prima dell’opera di Verdi: era il 1955 e grazie all’arrivo del famoso soprano Vera Dementieva dall’ex Unione sovietica, la Traviata potè apparire sul palcoscenico della Nuova Cina. Nel 1956 sotto la guida di Dementieva l’opera di Verdi, prodotta dal predecessore del Centra Opera House, fu messa in scena con successo al Teatro Tianqiao divenendo la prima opera occidentale prodotta ed eseguita dai cinesi. Per rendere più facile per il pubblico cinese comprendere il contenuto dell’opera, l’esperto di lingua russa Miao Lin e il musicista Liu Shirong hanno tradotto tutta la sceneggiatura e i testi producendo l’unica versione cinese dell’opera.
La Traviata cinese vedeva tra i protagonisti assoluti la direttrice d’orchestra, Zheng Xiaoyng, che ha svolto un ruolo importante nella divulgazione dell’opera dirigendo più di 160 rappresentazioni della Traviata fino al 2022 al Fujian Grand Theatre, quando la maestra Zheng aveva già 93 anni. Ma anche la soprano Zhang Quan che registrò la prima versione del Brindisi in Cina facendola diventare la canzone lirica più familiare al pubblica che ancora oggi è studiato e apprezzato ovunque. Con lei, nella parte di Alfredo, il tenore 27enne Li Guangxi. Il Maestro, che ha cantato la Traviata per mezzo secolo. Il Maestro ha ricevuto Hong Fei nella sua casa per raccontarle la sua straordinaria carriera mostrandole alcune foto sui più importanti palchi del mondo, ma anche l’emozione della prima, la stretta di mano con il ministro della cultura della Nuova Cina e alcuni aneddoti del dietro le quinte. “Pochi mesi dopo l’intervista il maestro Li ci ha purtroppo lasciato a causa della malattia. Questo materiale video è diventato materiale storico estremamente prezioso”, spiega Hong Fei nel film.
A introdurre una ulteriore evoluzione della Traviata in Cina è stata la stessa Hong Fei che ha sempre desiderato interpretare Violetta così come aveva fatto Tiziana Fabbricini nel 1990 sul palcoscenico del Teatro alla Scala di Milano, diretta da Riccardo Muti ottenendo fama internazionale. L’opera dopo la contestata messa in scena del 1964, non era più stata ripresa nelle stagioni scaligere e il Maestro Muti scelse la giovane soprano Tiziana Fabbricini, aveva solo 22 anni, per il ruolo di Violetta: fu un successo. Ora Tiziana Fabbricini è docente di canto e a lei Hong Fei si è rivolta per imparare. Il film narra di come con estrema umiltà e grande impegno la soprano cinese abbia seguito le lezioni e di come la Maestra Fabbricini abbia saputo tirare fuori da lei la Violetta che cercava. You Hang Feii ha avuto come coach anche Bruno Nicoli, direttore dei Complessi Musicali di Palcoscenico e Direttore d’Orchestra del Teatro alla Scala che le ha spiegato come fare bene un’opera non sia soltanto cantare bene, ma esprimere un personaggio.
Il film si chiude con le arie più belle interpretate da You Hong Fei sul palco del China Central Opera House ma anche nella location esclusiva della Casa Museo Alfredo Pizzo Greco, Ecco allora una Violetta inedita che affrontando con le sue note emozioni difficili da tirar fuori anche perché suscitate da temi estremamente scottanti (ieri come oggi): a partire dalla presentazione della protagonista dai costumi “dubbi” dedita a una vita godereccia e “sempre libera”, per passare alla questione della convivenza disdicevole e dei pregiudizi sociali ricordando coraggiosamente a chi è seduto in platea, le ipocrisie e le falsità di certi ambienti e il loro distorto rapporto con le donne. Violetta dimostra che la forza più grande di noi donne, è quella di amare, e di farlo come nessun altro. You Hongfei lo ha dimostrato nei confronti del canto e dell'Italia ed è stata ripagata con un posto nella storia della lirica internazionale.