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L'Argentina si sveglia con Milei presidente. Quel che la notte racconta al giorno

Nicoletta Orlandi Posti
Nicoletta Orlandi Posti

Nicoletta Orlandi Posti è nata e cresciuta alla Garbatella, popolare quartiere di Roma, ma vive a Milano. Giornalista professionista e storica dell'arte, cura su LiberoTv la rubrica "ART'è". Nel 2011 ha scritto "Il sacco di Roma. Tutta la verità sulla giunta Alemanno" (editori Riuniti); nel 2013 con i tipi dello stesso editore è uscito "Il sangue politico": la prefazione è di Erri De Luca. Il suo romanzo "A come amore", pubblicato a puntate su Facebook, ha dato il via nel 2008 all'era dell'e-feuilleton. A febbraio del 2015 è uscito il suo primo ebook "Expo2051". Nel 2016 Castelvecchi ha pubblicato il suo libro "Le bombe di Roma"; nel 2019 è uscita la seconda edizione. Sta lavorando a un romanzo erotico. Il titolo del blog è un omaggio al saggio del prof Vincenzo Trione.

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Sarà l’ultraliberista reazionario Javier Milei il presidente dell’Argentina per i prossimi quattro anni. Lo ha eletto il 55,7% dei votanti contro il 44,3% di quelli che avrebbero preferito Sergio Massa, il candidato di Unione per la Patria e ex ministro dell'Economia, reo di essere riuscito a correggere la pesantissima eredità economica lasciata al paese dall’amministrazione di Mauricio Macri, in particolare l’inflazione e il calo del potere d’acquisto dei salari.  "Il re della giungla", così si è definito Milei estraendo una motosega durante un comizio, ha agitato la politica argentina in un momento molto delicato per il Paese latinoamericano e non sembra avere nessuna intenzione di smettere visto che non solo non ha avuto alcun messaggio per chi non lo hanno votato, ma ha anche promesso di essere “implacabile” contro coloro che resistono. Alla luce di tutto ciò merita assolutamente di essere visitata la mostra presentata in anteprima oggi e che apre domani al Pac di Milano "ARGENTINA. Quel che la notte racconta al giorno" che porta a Milano le opere di 22 artisti argentini di diverse generazioni, realizzate nel corso degli ultimi cinquant'anni.  

 

 

Curata da Andrés Duprat e Diego Sileo, l'esposizione attraverso sculture e installazioni, alcune site-specific ideate per il PAC, fotografie, video e performance presenta differenti modalità di approccio alla rappresentazione di una cultura spesso caratterizzata, in passato così come oggi, da forme di violenza. La mostra non propone quindi una ricostruzione storica, ma dimostra come l’idea di violenza assuma molteplici declinazioni in gran parte della produzione artistica argentina degli ultimi cinque decenni. Un esempio su tutti quello di Lucio Fontana che proprio dall'Argentina porta con sé un blocco di disegni, tre dei quali in mostra, che esplicitano la sua ricerca di un linguaggio inedito, che condurrà a opere come Concetto Spaziale, Attese (1959) in cui sei fendenti tagliano la tela alla ricerca di una terza dimensione della superficie pittorica: il gesto non rappresenta la denuncia di una violenza subita, bensì ricorre alla forza per distruggere lo status quo.

 

 

 

 

 
Il titolo della mostra, omaggio al romanzo Lo Que La Noche Le Cuenta Al Dia dello scrittore argentino di origini italiane Héctor Bianciotti (1930 – 2012), rimanda alla dicotomia tra la notte e il giorno, l’inquietante e il luminoso, evocata anche nelle opere in mostra, metafora di una storia che il giorno non conosce e che la notte deve raccontare. In mostra convivono alcune delle opere più significative della produzione contemporanea argentina realizzate in periodi di silenzio forzato - inteso come forma alternativa di denuncia – e altri lavori prodotti in momenti di effervescenza per il ritorno alla democrazia.  Tra le opere più rappresentative del concept espositivo c'è Ceremonia nacional (Cerimonia nazionale, 2016) di Adriana Bustos, una videoinstallazione che si compone di due proiezioni poste a confronto come in un dittico, entrambe dedicate a importanti eventi sportivi del Novecento promossi nell’ambito di contesti politici autoritari. Da un lato, un frammento del documentario “Olympia”, diretto da Leni Riefenstahl nel 1938, in occasione dei Giochi Olimpici di Berlino del 1936, inaugurati da Hitler. Dall’altro lato, Bustos seleziona un frammento della cerimonia di apertura, avvenuta alla presenza del generale Jorge Rafael Videla, dei Mondiali di calcio organizzati nel 1978 in Argentina durante la dittatura militare (1976-1983). Sulla lunga balconata spicca invece l’iconica opera Bocanada (Respiro, 1993-2023) di Graciela Sacco, 30 metri di  bocche aperte urlanti, arrabbiate e affamate compongono una serie di manifesti pensati come interferenze nello spazio pubblico, in cui compaiono elementi comunicativi dalla forte valenza politica.

 

Ad inaugurare la mostra Mariana Bellotto e il Grupo Performático Sur con la performance Mundo de Mierda (Mondo di merda, 2023). L'azione coreografica si concentra sull'interazione dei corpi dei performer con pezzi di ghiaccio: i corpi danzanti sfidano la loro stessa integrità portando all’estremo i loro sensi, mentre i solidi di ghiaccio, a causa dell'abbassamento della temperatura e del passare del tempo, si trasformano in acqua, simboleggiando l'effimero e il transitorio. La mostra - promossa dal Comune di Milano Cultura con il patrocinio dell’Ambasciata di Argentina in Italia, e prodotta dal PAC con Silvana Editoriale - si può visitare fino all'11 febbraio 2024.

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