La tribù umana di Jorit a Mariupol: "Basta con l'ipocrisia vogliamo la pace"
Le artiste e gli artisti che sentono l'esigenza di riaffermare il bisogno di comportarsi come intellettuali facendosi testimoni delle esigenze territoriali, ecologiche, urbanistiche e ancor di più chi è un artista con testa, mani e cuore al servizio della società, contro le sue contraddizioni e ingiustizie, devono rassegnarsi a essere criticati a prescindere. Al di là dell'arte, ma per quello che con le proprie opere urlano. L'ultimo, eclatante caso, è quello di Jorit che ha realizzato un murale a Mariupol, città ucraina del Donbass duramente colpita dal conflitto in corso ora sotto il controllo russo. L’opera ritrae una bambina con sul volto i segni tribali rossi che identificano tutte le opere dello street artist.
Cosa c'è che non va nella meravigliosa opera dipinta su un palazzo mezzo distrutto e incenerito dai bombardamenti nella città caduta dopo un lunghissimo assedio a fine maggio 2022, tre mesi dopo l’invasione russa dell’Ucraina? I detrattori di Jorit Agoch - nome d’arte di Ciro Cirillo, trentenne napoletano e italo-olandese, che ha disegnato e dipinto in tutto il mondo volti, primi piani segnati dai due graffi di quella che definisce “human tribe” - non hanno gradito il ritratto della bimba che ha negli occhi i colori della bandiera della Repubblica popolare del Donec'k, mentre alle sue spalle piovono bombe con la scritta "NATO” e in basso c'è la doppia bandiera nera e rossa degli antifascisti. Addirittura "Facebook ha minacciato di chiudermi la pagina”, ha rivelato l'artista. Del resto è proprio grazie ai social che Jorit ha veicolato il messaggio che accompagna la sua opera. Scrive lo street artist sul suo post che “la resistenza che avremmo dovuto appoggiare è quella del popolo del Donbas che lotta da 8 anni per liberarsi” dal “regime di Kiev”, che per l'artista “di democratico oramai non aveva più niente”.
Guarda qui il video e il post di Jorit
IL POST - Jorit ha spiegato che la sua presenza a Mariupol è legata a un "festival di Street Art" - lo Urban Morphogenesis - che si tiene in Russia ogni anno: nel 2022 ha dipinto il volto di Julian Assange a Mosca. Lui stesso ha chiesto di andare nel Donbass, e da lì sarebbe nata "l'idea di dipingere". Detto, fatto. La realizzazione del murales è sta raccontata in un video accompagnata da questo lungo post. "Ci hanno mentito su Vietnam, ci hanno mentito sull’Afghanistan, ci hanno mentito sull’Iraq, ci hanno mentito sui Balcani e ci hanno mentito sulla Libia e sulla Siria. E ora ho le prove", scrive sul suo post Jorit spiegando che "ci stanno mentendo anche sul Donbass. Qui l’etica non c’entra nulla, diffidate da quelli che vorrebbero farci la morale, hanno le mani sporche di sangue.
Qui non c’è nessuno da liberare. È tutto l’esatto opposto di quello che ci raccontano in TV. La resistenza che avremmo dovuto appoggiare è quella del popolo del Donbass che lotta da 8 anni per liberarsi da un regime; quello di Kiev che di democratico oramai non aveva più niente. Questo è soltanto uno sporco gioco fatto per interessi economici.
Dopo la Russia vorranno la Cina.
Ci dicono che mandano missili spendendo miliardi di euro perché sono buoni e altruisti, ma i bambini del Donbass sono stati sotto le bombe per 8 anni e in quel caso nessuno ha mosso un dito.
Per queste persone, alcuni bambini sono più uguali degli altri.
Ps: anche se siamo abbastanza lontani dalla linea del fronte, qui a Mariupol è difficile procurarsi una sim per l’accesso ad internet, spero nei prossimi giorni di riuscire a raccontarvi qualcosa in più".
L’iniziativa di Jorit è stata parecchio criticata: alcuni si sono chiesti chi abbia invitato e pagato l’artista in una città occupata e massacrata dopo mesi di assedio russo, l’hanno accusato di cancellare i post critici sui suoi canali social. “Ma da quando inviare armi a un paese pilotato dagli Stati Uniti in chiave anti Russa che ha come eroe nazionale Stepan Bandera (nazista sterminatore di ebrei e Russi) significa essere antifascisti? Ma poi di quale sovranità violata stiamo parlando. Gli Stati Uniti controllano l’Ucraina come un pupazzo dal 2014. Basta con l’ipocrisia vogliamo la pace".