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Stratificazioni di vissuti, memorie e identità diverse nel frammento di una storia

Nicoletta Orlandi Posti
Nicoletta Orlandi Posti

Nicoletta Orlandi Posti è nata e cresciuta alla Garbatella, popolare quartiere di Roma, ma vive a Milano. Giornalista professionista e storica dell'arte, cura su LiberoTv la rubrica "ART'è". Nel 2011 ha scritto "Il sacco di Roma. Tutta la verità sulla giunta Alemanno" (editori Riuniti); nel 2013 con i tipi dello stesso editore è uscito "Il sangue politico": la prefazione è di Erri De Luca. Il suo romanzo "A come amore", pubblicato a puntate su Facebook, ha dato il via nel 2008 all'era dell'e-feuilleton. A febbraio del 2015 è uscito il suo primo ebook "Expo2051". Nel 2016 Castelvecchi ha pubblicato il suo libro "Le bombe di Roma"; nel 2019 è uscita la seconda edizione. Sta lavorando a un romanzo erotico. Il titolo del blog è un omaggio al saggio del prof Vincenzo Trione.

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"Stratificazioni" è la parola scelta da Jermay Michael Gabriel, Delio Jasse, Muna Mussie, Jim Nedd, Georges Senga per dare il titolo alla mostra che inaugura il 15 giugno prossimo alla galleria ArtNoble di Milano dove saranno esposte le opere di cinque artisti internazionali che attraverso la propria pratica, portano in questa collettiva il frammento di una storia: un racconto che è diventato ricerca, che è diventato testimonianza del mondo che hanno vissuto. E hanno tutti delle storie incredibili gli artisti che espongono alla ArtNoble, così come le loro opere. La molteplicità di livelli di lettura che le caratterizza sarà il filo connettore tra i lavori: la mostra spinge a superare il livello estetico e a guardare oltre.  A cominciare dal titolo. La parola "stratificazioni" che da un lato presuppone la presenza di livelli molteplici, dall’altro ne suggerisce un senso comune, un punto d’incontro tra i cinque artisti nel loro lavoro di ricerca; nello studio delle tradizioni e della storia; nella scoperta d'archivio; nella raccolta di testimonianze, talvolta di denunce. Tutto questo, costituisce la base per la realizzazione di ogni opera, spingendo l’osservatore a non fermarsi al primo sguardo, ma a comprendere un mondo retrostante, nascosto solo in apparenza.

 

 

 


Ecco allora Jermay Michael Gabriel, un artista transdisciplinare e curatore italo-etio-eritreo. Nato nel 1997 ad Addis Abeba vive e lavora a Milano. Il suo lavoro si basa su uno sforzo sperimentale, e spesso estremo, di resistenza alla permanenza e all’inafferrabilità dell’archivio coloniale italiano, attraverso la sovversione dei suoi simboli di potere. La sua pratica artistica abbraccia sia il suono che l’arte contemporanea. Parte dal presupposto che gli spazi all’intersezione di molteplici forme di emarginazione, visibilità o rappresentazione non producono liberazione. Il trauma coloniale non ha una traiettoria lineare, così come la memoria. Affonda nelle fibre senza uno schema temporale e attraversa le generazioni, andando avanti e indietro tra passato, presente e futuro. Il processo di Gabriel racconta le dimensioni sfaccettate di questi viaggi, esorcizzando il trauma attraverso il suono, l’installazione e la performance, abbracciando le eredità culturali e le memorie collettive come forma di guarigione.

 

 

 

 


 

 

Délio Jasse è nato nel 1980 a Luanda, in Angola. Vive e lavora a Milano. Nel suo lavoro fotografico Jasse intreccia spesso immagini trovate con indizi di vite passate (foto di passaporti ritrovati, album di famiglia) per tracciare collegamenti tra la fotografia - in particolare il concetto di “immagine latente” - e la memoria. Jasse è noto per la sperimentazione di processi di stampa fotografica analogica, tra cui la cianotipia, il platino e i primi processi di stampa come il “Van Dyke Brown”, oltre a sviluppare le proprie tecniche di stampa. Utilizza i processi analogici per sovvertire la riproducibilità del mezzo fotografico, creando sottili varianti e interventi con la pittura, la luce liquida, la doratura e il collage.

 

 

 

 

 


Muna Mussie (1978) vive e lavora a Bologna. Nata nel 1978 a Keren, in Eritrea, indaga le arti performative e i linguaggi scenici per dare forma alla tensione che nasce tra diversi poli espressivi, attraverso il gesto, la visione e la parola. Nel suo lavoro, l’identità – doppia per provenienza e adozione – è l’elemento portante della sua ricerca. Artista bolognese di origine eritrea, Mussie si distingue nel panorama artistico per una scrittura performativa segnata da un’essenziale nettezza di gesti, una ricercata bidimen-sionalità, una drammaturgia di oggetti millimetricamente calcolata, una combinazione di gesti usuali/inusuali ridotti all’osso. La sua pratica artistica si fonda sul senso-della-misura, un modo per fare della scena uno spazio d’interiorità esteriorizzata.

 

 


 

Jim C. Nedd è un artista di origini colombiane che vive e lavora a Milano. E' nato nel 1991 e usa prevalentemente la fotografia. Nella sua pratica si distinguono come elementi fondamentali la posizione geografica, la cultura popolare e di conseguenza, una ricerca sull’identità del luogo. Fino ad oggi la maggior parte della sua produzione fotografica è consistita in serie di immagini ripetute in condizioni di scarsa illuminazione, grandi folle e celebrazioni della cultura caraibica. Essendo cresciuto ascoltando la musica Vallenato, genere che racconta storie con poesia ed evoca una serie di percezioni, per Nedd gli archivi orali sono particolarmente importanti, perché costituiscono la base per la creazione di immagini a partire da storie sentite e vissute attraverso la memoria collettiva.

 

 

 

Inaugurazione 15 giugno 2023, ore 18.00 - 21.00
ArtNoble, Via Ponte di Legno 9, Milano


 

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