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Casa coniugale di proprietà dei nonni assegnata alla nuora. Come tornarne in possesso?

Marzia Coppola
Marzia Coppola

Avvocato matrimonialista, educata alla resilienza e alla libertà. Laureata in Italia e in Francia, ho continuato gli studi per diventare anche avvocato della Sacra Rota. Mi occupo di diritto di famiglia a 360 gradi (e più!). Convinta che anche dalla relazione peggiore si possa imparare qualcosa.

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Fa arrabbiare quando un gesto di generosità, si trasforma in una fregatura che comporta mal di pancia e perdite economiche. Quando gratuitamente si offre ospitalità ai propri cari e, poi, ci si trova intrappolati in una serie di doveri nei loro confronti. 

Questo è certamente il sentimento che tante volte nutrono i nonni quando permettono al figlio (o alla figlia) di abitare in una casa di loro proprietà con la moglie (o il marito) e i nipotini e poi, intervenuta la separazione, non possono in alcun modo rientrare nel possesso di quell’abitazione. 

Per lo più questo accade quando i nonni concedono al figlio la possibilità di vivere in una casa che poi viene assegnata alla moglie (quindi alla nuora dei proprietari di casa) in forza del collocamento prevalente dei bambini presso di lei.  
Facciamo un passo indietro: quando un genitore concede una casa in uso al figlio, si costituirà automaticamente un comodato gratuito (non serve una previsione espressa e neanche la forma scritta). Fin qui non ci sono grandi difficoltà o perplessità perché, evidentemente, se i nonni hanno permesso alla neo-famiglia di vivere in quella casa lo hanno fatto con l’intento di permettere loro di costruire proprio lì la vita familiare. 

Ma quando la coppia “scoppia”, può capitare che proprio quei nonni che generosamente avevano lasciato l’immobile nella disponibilità della neo-famiglia, lo rivogliano indietro. Magari perché non hanno piacere che continui a viverci solo la nuora. 

I proprietari (i nonni), potranno automaticamente chiedere la liberazione e la restituzione della casa? La risposta, nella maggior parte dei casi, è no. Questo perché, secondo la giurisprudenza, se i nonni avevano deciso di permettere al proprio figlio di vivere in una casa di loro proprietà con la moglie e i nipotini, è perché quei nonni avevano inteso garantire al nuovo nucleo familiare un “tetto sulla testa”. Ossia avevano inteso destinare l’uso di quello specifico immobile a casa familiare. Questa scelta, anche quando la coppia si sgretola, non può automaticamente venir meno poiché quell’abitazione ormai rappresenta la casa familiare. Lì, verosimilmente, i nipotini avranno la loro cameretta e avranno instaurato il loro habitat e le loro abitudini.  

Quindi solo quando i figli saranno andati a vivere altrove e avranno assunto una loro indipendenza, l’immobile potrà essere restituito. 

Tuttavia, c’è una strada per scongiurare questa situazione e per tutelare i nonni che non vogliono vedersi ritorcere contro la loro generosità. Questa strada è quella di stipulare, nel momento in cui viene concesso l’uso della casa, un contratto di comodato gratuito con l’espressa previsione di un termine decorso il quale il diritto verrà meno. Per esempio, un comodato gratuito della durata di 10 anni. Decorso questo lasso di tempo, i proprietari (i nonni) potranno chiedere la liberazione dell’immobile. Sia che la coppia sia ancora unita, sia che la famiglia si sia sgretolata e sia stata prevista l’assegnazione dell’abitazione al genitore collocatario. Allo stesso modo, dopo i 10 anni, sarà possibile rinnovare il contratto. 

Questa soluzione è intelligente e lungimirante perché permette ai nonni di riservare la loro generosità nei confronti della nuova famiglia e di dare loro un aiuto concreto, ma senza per questo essere intrappolati in un labirinto senza uscita. 

di avv. Marzia Coppola
[email protected]
Studio legale Bernardini de Pace

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