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Divorzi, separazioni e ripicche: quando i nonni devono mantenere i nipotini

Marzia Coppola
Marzia Coppola

Avvocato matrimonialista, educata alla resilienza e alla libertà. Laureata in Italia e in Francia, ho continuato gli studi per diventare anche avvocato della Sacra Rota. Mi occupo di diritto di famiglia a 360 gradi (e più!). Convinta che anche dalla relazione peggiore si possa imparare qualcosa.

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La legge prevede un espresso diritto dei nipotini a mantenere un rapporto stabile e significativo con gli ascendenti. Da quando questa norma è entrata in vigore molti nonni si sono fatti avanti in tribunale per far valere il proprio amore nei confronti dei nipoti e per tutelare il loro rapporto a prescindere dalle separazioni, dai divorzi, dalle ripicche e dalle liti tra i genitori. Nonni che, dopo qualche discussione davanti al giudice, sono quasi sempre riusciti a ottenere il risultato ambito. 
Al di là di questo diritto che regala emozioni ai nonni ed esperienze ai nipotini, capita che gli ascendenti siano coinvolti anche a titolo di obbligati al mantenimento dei bambini. Naturalmente questo dovere – primariamente – è a carico dei genitori e sono loro a dovervi adempiere. Tuttavia, la legge prevede che i nonni intervengano economicamente quando i genitori non abbiano i mezzi sufficienti. Quindi, se la mamma e il papà non sono oggettivamente in grado di mantenere i loro figli, i nonni dovranno fornire ai genitori i mezzi necessari affinché possano adempiere e far fronte ai costi dei minori. Per esempio, se la mamma perde il lavoro, i suoi genitori (quindi i nonni materni) dovranno aiutarla mettendole a disposizione una somma di denaro che la donna possa usare per mantenere i propri figli. 
In ogni caso, questa disposizione normativa non può tradursi in una situazione di comodo che permette ai genitori di “sedersi sugli allori” e rivolgersi indistintamente all’aiuto dei nonni. Sarebbe ingiusto. Deve trattarsi, infatti, di situazioni nelle quali oggettivamente i genitori non abbiano un lavoro, la possibilità di reperirne uno e non abbiano qualsivoglia altra entrata o guadagno o risparmio. 
Peraltro, e questo principio è stato recentemente ed espressamente chiarito dalla Corte di Cassazione, l’obbligo di mantenimento dei figli spetta primariamente e integralmente ai loro genitori. Quindi, se uno dei due non può provvedervi, dovrà farvi fronte per intero l’altro genitore. Solo quando anche l’altro genitore non sia in grado di provvedere da solo al mantenimento della prole allora sarà possibile rivolgersi all’aiuto dei nonni. In altre parole, l’intervento degli ascendenti è secondario rispetto a quello primario dei genitori. 
Questo chiarimento della Corte di Cassazione è molto importante perché permette sì di fare affidamento sull’aiuto degli ascendenti, ma solo come ipotesi del tutto marginale e prima di aver tentato di cavarsela con le risorse della mamma e del papà dei bambini. Chi vorrà chiedere l’intervento dei nonni al mantenimento dei nipoti, quindi, dovrà dimostrare – numeri e spese alla mano – che il denaro e la capacità lavorativa di uno solo dei genitori non bastano per far fronte a tutte le esigenze dei figli. Oltre, naturalmente, a dover dimostrare che l’altro genitore non lavora e non contribuisce al mantenimento dei minori.

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Studio legale Bernardini de Pace

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