Luciano Moggi, la sentenza su Leao e Lautaro: il fuoco e l'accendino
A Salerno si è presentata un’Inter con tanto turnover, specialmente nel primo tempo, impantanata nell’intensità della squadra di Sousa, con Lautaro in panca a guardare i compagni che si battevano per far dimenticare la brutta sconfitta patita a S.Siro con il Sassuolo. Il tandem d’attacco di partenza (Thuram-Sanchez) raramente è riuscito a presentarsi davanti ad Ochoa: il giro palla è stato troppo lento e ha favorito le marcature avversarie. Fino a quando, questa volta più tempestivamente rispetto alla gara col Sassuolo, Inzaghi a inizio ripresa (53’) ha deciso di cambiare: dentro Mkhitaryan per velocizzare l’azione e Lautaro per disarcionare la difesa avversaria. E si è vista la differenza. In poco più di 20’ l’argentino ha messo a segno un poker che lo ha lanciato in testa alla classifica dei marcatori con 9 gol, mentre l’armeno ha dato velocità alla palla.
Sbaglia, quindi, chi sostiene che Lautaro deve vincere le partite da solo, perché funziona a meraviglia in coppia con Thuram, per gli assist che il francese sa fare. I due si esaltano a vicenda, l’Inter ne gode al comando della classifica ed è cessato anche l’allarme Champions per il Benfica, in campo stasera a San Siro. Il Milan ha battuto in casa 2-0 la Lazio priva dell’infortunato Immobile, ma pugnace al punto che, per tutto il primo tempo, ha tenuto testa alla squadra di Pioli creando anche occasioni da gol. Quando poi, nel secondo tempo, Leao si è svegliato all’improvviso, il volto del Milan è cambiato: con due sgasate il portoghese ha spaccato la partita facendo due assist per i gol di Pulisic e Okafor. A differenza di Lautaro che sbaglia poco, che gioca con la squadra e per la squadra e che può essere considerato il fuoco dell’Inter, Leao non partecipa molto al gioco corale dei compagni e potrebbe essere considerato l’accendino del Milan: quando mette il turbo è imprevedibile prima per se stesso e poi per gli altri. Gli manca purtroppo la continuità dell’argentino anche all’interno della stessa partita. Domani a Dortmund, in Champions, ci sembra favorito il Milan, sempre che Leao sia in partita, mentre per la Lazio, ospite del Celtic, non sarà certamente una passeggiata.
Il Napoli ha vinto a Lecce: 4-0 con Osimhen che addirittura è partito dalla panchina generando critiche a pioggia per chi vede la rottura tra lui e il mister. Entrato all’inizio del secondo tempo ha sgombrato con il suo gioco le critiche: dopo appena sei minuti in gol, ha lottato, si è sbracciato e dei suoi movimenti ne ha approfittato soprattutto Kvaratskhelia che va in velocità come nel passato anche se non ha ancorale stesse movenze per il dribbling. È emerso pure Anguissa, che da play sposta il Napoli avanti creando le situazioni favorevoli ai gol, attività questa che con Spalletti era propria di Lobotka. Un bel Napoli insomma che, però, va atteso contro avversari ben più collaudati come il Real Madrid di Champions che stasera sarà di scena al Maradona.
Atalanta-Juve è stata una partita combattutissima, con due allenatori che hanno dichiarato pubblicamente di non essere competitivi per il tricolore, ma dentro la lotta per qualificarsi in Champions. È finita 0-0 con i nerazzurri che hanno provato a vincere e la Juventus che è stata salvata da Szczesny su Muriel. La Roma ha vinto 2-0 a fatica col Frosinone (reti di Lukaku e Pellegrini), ma il gioco non soddisfa. I giallorossi hanno superato in classifica i cugini laziali: entrambe le squadre sono confinate comunque ai margini di una classifica mediocre rispetto al passato campionato. Mourinho rivendica i tanti infortuni, Sarri recrimina sui giocatori richiesti e mai arrivati (Lotito gli ha ricordato che il mercato lo fanno i dirigenti...).