Roma, occhio al vecchio volpone Mourinho: dove può arrivare
Il Napoli prosegue nel “suo” campionato andando a vincere a Reggio Emilia la 20esima partita: 2-0 col Sassuolo. Kvaratskhelia ha deliziato il pubblico con le sue giocate e ha sbloccato il risultato al 12’, mentre Osimhen ha segnando il suo 19esimo gol al 33’. E così il Napoli, con i gol dei soliti noti, si è portato a casa i tre punti che, sommati ai precedenti 59, fanno 62 e tengono l’Inter a 15 lunghezze di distanza. Dietro al Napoli la bagarre. Si può registrare “la quasi rinascita” del Milan che, vincendo 1-0 a Monza, ha dimostrato una forma fisica in netto progresso rispetto all’ultima prestazione di S.Siro, pur vittoriosa col Toro (1-0), dove però a fare la partita erano stati per lungo tempo i granata. A dare coraggio e anche autostima ai milanisti è stato ovviamente il gol di Giroud su assist di Hernandez e il Milan di questo aveva bisogno: una scintilla che potesse togliere dalla testa dei giocatori la paura di sbagliare, incoraggiandoli, nel contempo, ad esprimersi al meglio delle loro possibilità. Va detto che contro il Monza non si è visto certamente il migliore Milan, quello per intendersi che aveva vinto il titolo di campione d’Italia, ma sicuramente si è rivista una squadra capace di soffrire, ribattendo l’avversario, colpo su colpo, sul piano fisico.
L’Inter, tanto per scordare l’imbarazzante pareggio (0-0) ottenuto in casa della Sampdoria, ha battuto a S.Siro l’Udinese: 3-1 senza infamia e senza lode. Tra i tanti rimescolamenti di formazione fatti da Inzaghi, nell’occasione è andata in campo la coppia inedita di attaccanti Lukaku-Dzeko, con Lautaro in panca: i due, insieme, hanno dimostrato di non essere funzionali al gioco dell’Inter perché troppo facilmente marcabili, dato il lento incedere di entrambi. È stato comunque Lukaku a sbloccare il risultato su rigore, ma l’Udinese ha pareggiato con Lovric. Con l’ingresso di Lautaro il gioco è diventato più svelto e sono arrivati i gol di Mkhitaryan e dello stesso Lautaro. Potrebbe sembrare una sorpresa la Roma che è a tre punti dall’Inter, a quota 44, dopo la vittoria (1-0) sul Verona all’Olimpico. È invece una bella realtà il gruppo creato da questo vecchio volpone di Mourinho, che è riuscito a trasmettere nei giallorossi uno spirito di corpo indomito che li porta a combattere contro qualsiasi squadra sul piano tecnico, ma anche accettando la lotta fisica senza batter ciglio. Senza Dybala, Pellegrini e Abraham (ko dopo 10 minuti e sostituito da Belotti) i giallorossi hanno tenuto in scacco gli scaligeri, fallosi fino all’eccesso, e hanno vinto grazie all’apporto delle seconde linee (lo stesso Belotti e Solbakken). Sicuramente una bella Roma che, se avrà continuità e coraggio per andar a prendere gli avversari più avanti, potrebbe proporsi come antagonista di tutte le pretendenti alla qualificazione Champions.
Difficile far pronostici su Atalanta e Lazio, dato il loro rendimento altalenante. La Dea, dopo la sconfitta col Sassuolo (1-0), è andata a Roma a dare lezione di calcio alla Lazio (0-2), ma ha poi perso in casa 1-2, inaspettatamente, contro il Lecce, complicandosi la vita e la classifica, dove è stata superata dalla Lazio che, con la doppietta di Immobile, ha battuto la Salernitana 2-0, rimettendosi in gioco perla qualificazione Champions. Di fronte ad uno Spezia senza allenatore (Gotti esonerato, ma non sostituito), la Juve ha stentato a vincere (2-0) con i gol di Kean e Di Maria. Che poi il portiere Perin sia stato il migliore in campo la dice lunga. Gioco a parte, di positivo ci sono i tre punti che proiettano i bianconeri al settimo posto in attesa di conoscere la sentenza dell’Organo di Garanzia circa i 15 punti tolti.