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Milan in fuga? Vi svelo il segreto di Stefano Pioli...

Luciano Moggi
Luciano Moggi

Luciano Moggi nasce a Monticiano il 10 luglio 1937. Dirigente di Roma, Lazio, Torino, Napoli e Juventus, vince sei scudetti (più uno revocato), tre Coppe Italia, cinque Supercoppe italiane, una Champions League, una Coppa Intercontinentale, una Supercoppa europea, una Coppa Intertoto e una Coppa Uefa. Dal 2006 collabora con Libero e dal 13 settembre 2015 è giornalista pubblicista.

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Finalmente Pioli si è aperto all'evidenza e ha dato persino le percentuali di vittoria nella corsa scudetto: il 30% alle prime tre della classe, il 10% alla Juve quarta. D'altra parte non poteva più giocare a nascondino dopo l'ennesima vittoria sul Cagliari. Ci verrebbe anche voglia di dire che abbia voluto peccare scientemente di modestia perché riteniamo che alla sua squadra poteva benissimo assegnare almeno il 35% di possibilità. 

E poteva alzare leggermente le quotazioni del Napoli, visto il momento positivo della squadra campana e di Osimhen in particolare, magari abbassando quelle dell'Inter soprattutto se Inzaghi continuerà a sostituire entrambi gli attaccanti proprio quando c'è bisogno di loro per andare in gol. O addirittura poteva legare il risultato finale soltanto alle prime tre, togliendo il 10%, assegnato con tanta magnanimità alla Juve, caricandolo ovviamente alla sua squadra. Anche perché la Juve, dopo aver dominato per nove anni, deve necessariamente rinnovarsi (la carta d'identità purtroppo non mente). E per di più con Dybala a mezzo servizio fino a fine campionato, visto che l'argentino non ha accettato l'offerta fattagli che permetterà allo stesso di emigrare in altra sede, a parametro zero, e magari non lontano da Torino. 

Il gioco della squadra bianconera non soddisfa, nonostante sia imbattuta da 15 giornate (a parte il ko di Champions) e nonostante i 10 punti recuperati sull'Inter, che dipendono più dalla carenza delle avversarie che dalla sua forza. I bianconeri non hanno entusiasmato neppure contro l'ultima della classe, la Salernitana, tanto che, dopo essere andati in vantaggio di due gol nel primo tempo (Dybala e Vlahovic), nel secondo non hanno più tirato in porta. Il Milan invece è andato in Sardegna a dominare il Cagliari sbagliando una infinità di occasioni: tra gli spreconi in particolare evidenza Giroud e Brahim Diaz, mentre i soliti Maignan, Tomori e Kalulu hanno domato le velleità avversarie e Theo Hernandez ha spaccato la partita. Poi una prodezza di Benaccer ha consentito al Milan di portarsi a casa i tre punti, mantenendo così invariato il distacco sul Napoli (tre punti) e andando a +6 dall'Inter che ha comunque una partita da recuperare. C'è tanto dell'estro di Pioli in questo Milan. 

Il tecnico cerca di dare sempre qualche variante al gioco: promuove Kalulu da riserva a titolare per formare con Tomori la coppia dei difensori centrali giovani e di successo, alcune volte mette Kessie più avanti, più spesso lo mette dietro a protezione della difesa e sempre con risultati eccellenti. Poi le sue dichiarazioni pre e post gara, sempre posate, mai polemiche e sempre inneggianti ai propri giocatori anche se qualcosa talvolta non va come vorrebbe. Certo gli inseguitori non demordono. Specialmente il Napoli che, al Maradona, è riuscito ad aver ragione, a fatica, di una brillante Udinese (2-1) che aveva chiuso addirittura il primo tempo in vantaggio 1-0 (Deulofeu). Nella ripresa Spalletti ha messo in campo Mertens al posto di Ruiz e con il Napoli a trazione anteriore è cambiata l'inerzia della partita e i napoletani sono riusciti a ribaltare il risultato con la doppietta di Osimhen. 

Ormai non fa neppure più notizia descrivere questo atleta, con la sua andatura dinoccolata quando brucia in velocità l'avversario o salta più alto di tutti per i suoi gol di testa (5) che hanno risolto più di una partita. In Inter-Fiorentina (1-1 a S.Siro ) ha fatto bella figura la squadra toscana apparsa brillante e spensierata contro un'Inter al contrario frenata: i nerazzurri, privi di Brozovic, faticano ad attaccare la profondità e gli attaccanti vengono serviti poco e male. Spettacolo nel derby romano per la cornice di pubblico e per il gioco praticato dalla Roma, che ha battuto la Lazio 3-0.

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