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Luciano Moggi: "Fate attenzione all'Atalanta, perché Gasperini è da scudetto"

Luciano Moggi
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Luciano Moggi nasce a Monticiano il 10 luglio 1937. Dirigente di Roma, Lazio, Torino, Napoli e Juventus, vince sei scudetti (più uno revocato), tre Coppe Italia, cinque Supercoppe italiane, una Champions League, una Coppa Intercontinentale, una Supercoppa europea, una Coppa Intertoto e una Coppa Uefa. Dal 2006 collabora con Libero e dal 13 settembre 2015 è giornalista pubblicista.

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Mentre le squadre sono già in ritiro in vista del campionato 21/22, ci sembra giusto dare precedenza al mercato allenatori, figura apicale all'interno di una società. A conferma della bontà di questa tesi è venuta in nostro soccorso la Figc che, ponendo fine alla disastrosa conduzione precedente, si è assicurata le prestazioni di Mancini. Roberto è stata un'intuizione perfetta del Presidente Gabriele Gravina, ci ha portati sul tetto d'Europa e nessuno più ricorda la mancata qualificazione ai Mondiali quando al timone della Federazione c'era Tavecchio con Giampiero Ventura. Nella contrapposizione dei due periodi appare chiaro come abbia pesato il passato di Mancini, il suo carisma ma soprattutto la credibilità che gli deriva da trascorsi vincenti sia da giocatore che da allenatore, spalleggiato poi da un presidente che di calcio ne sa. Il mestiere dell'allenatore si basa, oltre che sulla conoscenza scientifica della materia, anche e soprattutto sulla capacità di saper entrare nella testa e nell'animo dei propri calciatori e questa, che è un'arte, fa la differenza tra un grande allenatore e uno qualsiasi: Mancini docet. Nel novero delle grandi del passato campionato gli esempi più eclatanti di quanto stiamo affermando sono arrivati da Inter, Milan e Atalanta dove i rispettivi allenatori erano considerati i deus ex machina per i risultati prestigiosi ottenuti. Ma solo Milan e Atalanta hanno potuto mantenere lo staff tecnico del passato, mentre l'Inter ha subito il diniego a proseguire da parte di Conte. A Bergamo Percassi e Gasperini sembrano aver costituito addirittura un team perfetto che è stato capace di far conoscere e stimare anche oltre confine una società che, inizialmente, era conosciuta solo in ambito nazionale. La continuità dovrebbe fortificarne l'immagine e noi consideriamo la Dea tra le migliori del nostro campionato. Stessa cosa si potrebbe dire del Milan circa la conferma di mister Pioli per aver saputo portare inaspettatamente i rossoneri al secondo posto della classifica. La speranza è ovviamente di potersi ripetere. Però, secondo noi, mentre siamo certi della bontà della guida, restiamo perplessi sul futuro della squadra: il Milan perdendo Donnarumma e Cahlanoglu si è, al momento, indebolito e probabilmente rimpiangerà la partenza del portiere che nel recente Europeo veniva premiato come il migliore del torneo. Pioli dovrà quindi superarsi ma accontentare la piazza sarà più difficile perché, a differenza del passato campionato dove il Milan era partito senza troppe ambizioni, quest' anno le pretese sono quelle di vedere i rossoneri nei quartieri alti della classifica. Con l'avvento di Massimiliano Allegri, in sostituzione di Pirlo, la Juventus dovrebbe invece ridiventare competitiva, a prescindere dagli eventuali acquisti: la sua competenza, la sua conoscenza dell'ambiente, dovrebbero riportare la serenità di un tempo e sicuramente risultati migliori della passata stagione. L'Inter sarà naturalmente l'avversaria di sempre, resa magari più debole dalla partenza di Conte: mancando il motivatore potrebbe risentirne tutta la squadra quanto a rendimento, e la cessione di Hakimi potrebbe influire sull'annata di Lukaku, abituato a sfruttare le sgroppate del marocchino, che rendevano penetrante la tattica delle ripartenze. Un duro lavoro sicuramente attende Simone Inzaghi, che sarà sostituto alla Lazio da Maurizio Sarri, mentre alla Roma Mourinho sostituirà Fonseca e Spalletti sarà a Napoli in sostituzione di Rino Gattuso. Tre allenatori che dovranno riscattare gli ultimi anni non proprio fortunati, più forieri di polemiche che di risultati.

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