Classe innata e il timore degli avversari: il peso dei big in una Serie A un po' povera
Attenzione: Ibrahimovic c'è, Ronaldo è tornato, Immobile pure. Sono i tre uomini che influenzano il rendimento delle proprie squadre, rendendole competitive. La loro presenza in campo produce un duplice effetto: quello di galvanizzare i compagni di squadra e, altrettanto importante, quello di mettere ansia e paura agli avversari costringendoli spesso ad una difesa costante che è, quasi sempre, il viatico per andare incontro a rese incondizionate. Il Milan di Ibrahimovic è un esempio. Passa a Udine (1-2) con una gara accorta, sicuramente difficile, neppure la migliore. Ma vince con un assist di Zlatan per Kessie in occasione del primo gol rossonero e con una prodezza balistica dello stesso che in rovesciata mette la palla là dove Musso non può arrivare. Considerando le sue prestazioni, contestualmente al cammino del Milan, appare evidente quanto sia stato e sia determinante l'apporto dello svedese che, almeno fino ad ora, ha permesso alla sua squadra di essere imbattuta, oltre a mantenere la vetta del campionato con 5 gare vinte su 6. La Juve vince contro la matricola Spezia, cala il poker (4-1) cercando di far dimenticare le pessime prestazioni e i pareggi con Crotone, Roma e Verona, ma soprattutto la figuraccia in Champions col Barcellona. L'avversario di giornata non era certo dei più forti, ma domenica nel clan bianconero aleggiava una certa tranquillità anche perché Ronaldo tornava in squadra, pur partendo dalla panchina, ma con possibilità di entrare qualora la necessità lo richiedesse.
E il momento è arrivato quando la Juventus, in vantaggio con il solito Morata (tra i migliori), veniva raggiunta dal gol di Pobega. Si erano infatti inceppati i meccanismi del reparto avanzato, anche per la brutta giornata di Dybala, per cui Pirlo richiamava proprio Paulo e lo sostituiva con CR7, che dopo appena un minuto riportava la Juve in vantaggio, ricreando fiducia in tutto il complesso che andava poi in gol addirittura con Rabiot e per finire ancora con il portoghese su rigore. La Lazio batte il Toro in trasferta in un finale rocambolesco che ha portato i laziali a vincere quando stavano rischiando di perdere, dopo aver subìto il gol del 3-2 a tre minuti dalla fine. Da quel momento è successo di tutto, con i romani a prendere d'assalto le retrovie granata nel tentativo di ribaltare il risultato, obiettivo riuscito nel recupero prima con la rete del pari firmata da Immobile su rigore e, per finire, con quella di Caicedo che sanciva la vittoria della Lazio. Non decolla l'Inter di Conte che rischia di perdere a S.Siro, avversario il modesto Parma di Liverani. Un pareggio(2-2) raggiunto quasi alla fine dopo essere stata in svantaggio di due gol per effetto della doppietta di Gervinho. Poco conta il dominio territoriale e le occasioni rivendicate dai nerazzurri: l'Inter è lontana da quella che dovrebbe essere ed urge una inversione di rotta. Neppure la mancanza di Lukaku giustifica la pessima prestazione. Al S.Paolo passa con autorità il Sassuolo sul Napoli (0-2). La vittoria in E-League sulla Real Sociedad faceva prevedere la squadra campana in forma e in autostima, il contrario insomma di quello che abbiamo visto sul campo. Sarà stato il doppio impegno ad annebbiare la mente della squadra di Gattuso. Resta il fatto che il Sassuolo, con Consigli nella veste di para tutto all'inizio, ha preso piano piano a gestire il ritmo della partita nel primo tempo per poi accelerare nella ripresa e per il Napoli non c'è stato scampo: prima Locatelli poi Lopez lo hanno messo ko. Vince la Roma con la Fiorentina (2-0) senza entusiasmare, ma con merito. L'inserimento di Smalling ha sistemato la difesa mentre Mkhitaryan e Pedro, ai fianchi di Dzeko, formano un reparto avanzato di tutto rispetto. Male la Fiore.