Panchine lunghe per grandi squadre: Serie A, che favore alle big
Una cosa strana accomuna spesso le gare di questo campionato, i tanti gol in ogni partita, la voglia matta delle piccole di partire sparate con le grandi (riuscendo talvolta anche ad andare in vantaggio), le grandi che recuperano risultato e brutte figure solo alla fine. Trend che sta creando diverse correnti di pensiero. Secondo noi i risultati finali dipendono dalla stanchezza che subentra nelle piccole e non dalla ritrovata vigoria delle grandi nei finali di gara, che emerge solo grazie alla qualità superiore dei cinque cambi a disposizione. Mentre nelle piccole spesso entrano giovanissimi o inesperti. In Juve-Verona gli scaligeri hanno dovuto sostituire l'infortunato Ceccherini con il giovane Magnani, quando di giovani ne avevano già diversi in campo a cominciare da Lovato. I primi 15'sono stati tutti della Juve, l'Hellas però, presa confidenza, alzava i ritmi facendo risaltare il problema che assilla i bianconeri: un centrocampo poco lucido e lento dove Ramsey ma soprattutto Arthur e Bernardeschi sembrano fuori dagli schemi. Tant' è che la Juve faticava ad eludere la pressione dei veronesi, in marcatura a tutto campo. Solo dopo il gol di Favilli (60') i bianconeri si buttavano a testa bassa, con confusione e senza una vera identità, salvati dall'ingresso di Kulusevski che dando profondità segnava il gol del pari.
Domani Juve in campo per la Champions, c'è il Barça di Messi che non attraversa un momento brillante: sconfitto dal Real di Zidane, con Piqué squalificato e il presidente Bartolomeu in bilico. I tifosi si augurano una Juve piú equilibrata e più divertente. In Benevento-Napoli più o meno stesso svolgimento di gara, primo tempo insufficiente dei napoletani che nel secondo assediavano i locali nella loro area, ma solo quando Gattuso ha deciso lo stravolgimento inserendo Lobotka per Ruiz, Demme per Bakayoko, Politano per Lozano, Petagna per Mertens, con gli ultimi due a dare profondità e a confezionare il gol vittoria. Mentre il povero Inzaghi poteva cambiare Foulon con il vecchio Maggio, Dabo con Improta, R.Insigne con Di Serio e Caprari con Tuia.
Vince l'Inter a Marassi contro il Genoa, sotto ritmo il primo tempo, senza però subire danni, meglio nel secondo con l'ingresso di Barella. È la prima di questo campionato in cui i nerazzurri non subiscono gol, l'aver impiegato Ranocchia, tra i migliori, è stato salutare. Fa notizia Lukaku, una volta tanto tra i peggiori, ma solo fino a quando non è riuscito segnare il quinto gol in cinque partite. Già stasera i nerazzurri in campo contro lo Shakhtar, addirittura andato a vincere a Madrid. All'Olimpico Lazio vittoriosa contro il Bologna con reti dei suoi gioielli, Luis Alberto (da tempo tra i migliori centrocampisti in Italia) e Ciro Immobile, il capocannoniere del passato campionato nonché Scarpa d'oro. In Champions l'attende il Bruges, difficile ma non certo insuperabile.
Un doppio Ibrahimovic non basta al Milan: pareggio pirotecnico a San Siro con la Roma
L'autostima degli uomini di Inzaghi è al massimo per gli ultimi risultati conseguiti e questo fa ben sperare. Stupisce l'Atalanta di Gasperini, sconfitta in casa dalla Samp di Ranieri (1-3) che si conferma la bestia nera della Dea. Può darsi che Giampiero, in un eccesso di sicurezza, abbia voluto valorizzare e far conoscere i nuovi Mojica e Lammers che purtroppo hanno fallito l'impegno. Resta il fatto che gli orobici sono al secondo ko consecutivo e il mister deve invertire la rotta in Champions, magari in casa stasera contro l'Ajax, avversario di tutto rispetto. Qualche parola per il Grande Torino che fu. Fa pena vedere questa squadra all'ultimo posto. La speranza è che Cairo stia più vicino ai calciatori e che Giampaolo si dimostri finalmente allenatore da Toro. Spettacolo e reti ieri a San Siro fra Milan e Roma: se Pioli riuscisse a registrare la difesa con questo Ibra può sognare in grande.