Verstappen campione, Leclerc penalizzato e un torto che non si perdona
Quante volte abbiamo sfottuto il povero Latifi. Quel muro, i box, la safety. Ciò che invece abbiamo a lungo ignorato è che il canadese in procinto di salutare il folle circo mai avrebbe metabolizzato quel momento. Latifi ad Abu Dhabi era il Fato. Prima del congedo però qualcuno lo ha risarcito. A Suzuka una gara bellissima, sotto una pioggia rognosa e maledetta. Gli unici due punti di una stagione intera. Consolazione magra per un pilota senza stella cometa. Ma almeno il Fato ha cambiato strategia. Prego, citofonare FIA pure stavolta. E’ da un po’ di Gran Premi che non ne imbrocca mezza. Facile dare giudizi a chi decreta tonfi e trionfi. Ma una cosa è certa: la penalità di Suzuka non è il muro di Abu Dhabi. Leclerc sa che è un pugno in faccia, ma coglie subito l’antifona, e fa bene a dire che non gli importa. Che le cose per l’amico/rivale sarebbero comunque andate nella stessa maniera. Certo, ha anticipato la festa. Ma c’è qualcosa più in alto che da tempo non funziona, è il polso della situazione che ormai troppo spesso manca. E per Max Verstappen la torta è di nuovo amara. Glielo dice il primo che passa che è campione del mondo, per la seconda volta consecutiva. E’ una mancanza di rispetto, un torto che non si perdona. Al suo talento e alla sua supremazia, ai risultati strepitosi di una squadra, ai tifosi di ogni domenica, alla Formula 1 stessa. Oggi sapremo finalmente della grottesca questione del budget cap, ma sarà giusto il tempo dell’ennesima polemica. Poi qualcuno farà spallucce, come ogni volta. E con Super Max il Fato tornerà a tessere la sua tela.