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F1 GP d'Austria, le pagelle. McLaren e re Verstappen umiliano le Mercedes. Ferrari da 0, solo chiacchiere e distintivo

Leonardo Filomeno
Leonardo Filomeno

La collaborazione con Libero dal 2010. Ritratti ed interviste diventano presto la sua specializzazione, tra ritmi in 4/4 e immaginario popolare. La passione per rombi e motori risale ai tempi di Barrichello & Schumi. Nel 2019 stila la sua prima Pagella durante il GP di Austin. Diventeranno tante. A questo blog il compito di raccoglierle tutte.

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Bis di Verstappen, che vince al Red Bull Ring. Sul podio anche Bottas con la Mercedes e Norris su McLaren. Hamilton solo quarto. Sainz quinto grazie alla penalità comminata a Perez e l'altro ferrarista Leclerc ottavo. Nella classifica generale Max sale a 281 punti e allunga a +32  su Lewis. 

Verstappen - 10. Fa una gara a se e di nuovo stravince, re Max. Con una macchina che è una scheggia e di una stabilità rara. Con un fucsia stellare. Pare l'Hamilton dell'era ruggente. Titolo sempre più a portata di mano. Con la Mercedes del malleabilissimo Bottas a quasi 18 secondi dietro. Tempi biblici per la Formula 1. 
Norris - 9. Inglesino solido, millennial dal piede sopraffino, via radio lo incorona financo Hamilton. Forse il più grande weekend per Lando. La penalità non meritata macchia appena una gara fluida. Meritava di chiudere da dove era partito. Si rifarà strada facendo.
Perez - Prima, all'esterno di Norris, finisce nella ghiaia. Poi, ruotata dopo ruotata, manda la gara in malora. Va bene la prima ma se lo fai due volte, e ai danni dello stesso pilota (povero Charles...), qualche sosta alla birreria del rodeo l'avrai pur fatta. Due penalità, da 5 secondi l'una. Sesto grazie a San Gennaro. Al signor Marko alti e bassi così piaceranno poco. 4.
Hamilton - Rinnovo amarissimo (ancora 2 anni per 'mr. Loyalty') e mai così in affanno. E' un leone ferito. Umiliato persino dal compagno, che deve passarlo per ordini dall'alto. Senza velocità, senza ritmo. Troppo strano per essere vero. Anche a lui un bel 4. Posizione dalla quale, mestamente, parte e chiude. 
Bottas - 6. La defaince del titolare lo fa sembrare un pilota di stirpe. Solo per i punti, alla fine gli dicono di superare Hamilton, che non ne ha proprio. E il finnico diventa protagonista, a sua insaputa, di un film di fantascienza. A Stoccarda tira davvero un'aria pessima.
Ricciardo - L'oriundo abbozza una rimontina e chiude settimo, con qualche punto. Ca va sans dire con una McLaren così poteva fare assai meglio. Certe volte si sveglia, poi di nuovo va in bambola. La gara è stata discreta, da 6 meno, ma è il feeling con la macchina che non c'è proprio.
Ferrari - A forza di accontentarci, abbiamo dimenticato che stiamo parlando di un pezzo di storia d'Italia, per il quale il podio dovrebbe essere almeno la regola. Invece solo chiacchiere e distintivo. A maggior ragione che Elkann ai box ieri si è palesato. 0.
Leclerc & Sainz - Scalpitante, Charles prova a sorpassare chiunque, e nella lotta con Perez consuma le gomme. Tira da una parte, tira dall'altra, la macchina è quella che vediamo ogni domenica. Prima o poi una ragione dovrà farsela. 5. Alla fine non ne ha. E Sainz, per ordine di scuderia e grazie alla gomma media più fresca, gli fa una pernacchia, superando e passando Ricciardo e Perez. Quinto, a culo. Ma ben centrato. 6 e mezzo.
AlphaTauri - 6. L'ex Minardi, col super motore Honda, è bella svelta. Gasly, da 5 e mezzo, tiene un po' botta. L'insufficiente Tsunoda ancora, e un po' troppo spesso, non si raccapezza. E si becca una sanzione doppia. Ahia.
Russel  - 7. Super qualifica e bella gara. Ma alla fine soccombe dinnanzi ad Alonso campione vecchia scuola, che gli soffia il brivido della decima posizione con una Williams. Punti ancora una chimera. Si chiama sfiga.
Latifi - Chiude 17esimo ma in gara s'è visto. Miracolo. Il risveglio della Williams lo fa sembrare un pilota vero. Il 4 d'incoraggiamento è d'obbligo. 

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