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Alcol, fumo e preservativi: un capodanno da quattordicenni?

Iris Devigili Cattoni
Iris Devigili Cattoni

Ha una laurea in scienze storiche cui sono seguiti due master in Marketing, comunicazione e social media e in Marketing strategico. Da oltre dieci anni è consulente di marketing e comunicazione digitale ed è stata docente per i master post laurea alla Business School de Il Sole 24 Ore. Autrice del libro “Buyer Personas. Comprendi le scelte d'acquisto dei clienti con interviste e Modello Eureka!”, ha scritto diversi contributi per pubblicazioni di colleghi e amici. Si dedica alla scrittura e conduzione di trasmissioni televisive, modera dibattiti, presenta libri e coltiva la sua passione per l'uso della voce. Patita di sport, si divide tra running e padel.

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È di pochi giorni fa la notizia che un gruppo di ragazzi avrebbe organizzato una festa di capodanno a base di alcol, sesso e droga, che si è conclusa con uno stupro - così si è appreso dai media - e la divulgazione dei video che riprende l’atto sessuale. Di storie del genere quante ne sentiamo? Troppe. Gli stupri ormai, ahimè, sono all’ordine del giorno, è un continuo martellare sui giornali e in tv. Nel caso rimbalzato su tutti i media in questi giorni, però, c’è un elemento in più ed è sconcertante. I protagonisti hanno 14 e 12 anni. Ragazzini quattordicenni che organizzano un festino la notte di San Silvestro in cui l’obiettivo è sfondarsi di alcol, fumo e avere rapporti promiscui non solo in privato, ma anche davanti a tutti i presenti.

I miei 14 anni li ricordo bene; se io avessi proposto a mia madre di mandarmi ad una festa da sola per capodanno quando ero alle medie, penso che mi avrebbe riso in faccia, se non fulminata con gli occhi. Mettiamo pure che mia madre potesse essere un gendarme e io di una generazione indietro, ma delle regole per far crescere i figli ci devono essere. Se un ragazzino di quell’età trova normale organizzare o andare ad una festa di quel genere, ci deve essere qualcosa che non va nelle tappe di crescita. Se questa è la normalità in pre adolescenza, quale dovrebbe essere in età adulta? Ormai manca il senso della misura, di ciò che è lecito e non lo è, di cos’è il rispetto per gli altri, di cos’è la violenza, di quali sono i limiti da non superare, di ciò che è la normalità. E qual è la normalità? Probabilmente non so definirla, ma di certo mi sento di dire che non è arrivare con nonchalance a considerare normale – a 14 anni - avere un rapporto sessuale con una bambina di due anni in meno – a 12 anni si è praticamente dei bambini - per lo più in mezzo ad altri coetanei filmando il tutto e divulgando il video. C’è un ulteriore elemento che mi fa riflettere. Le due dodicenni che sarebbero state stuprate, di fatto non hanno denunciato, quindi la domanda che mi pongo è: “erano consenzienti?”. A me viene il dubbio che le due “bambine”, seppur con una buona dose di alcol in corpo, sapessero bene cosa stavano facendo.

È possibile che ormai il sesso sia diventato qualcosa di talmente sdoganato fin dalla pre adolescenza, da farlo diventare un mero atto fisico del quale vantarsi? Se prima dell’avvento di internet, accedere a contenuti a sfondo sessuale non era così semplice, a maggior ragione per i ragazzini, oggi erotismo e pornografia sono molto facili da trovare in rete. Se i giovanissimi entrano in contatto con questo tipo di immagini e video quotidianamente, è evidente che ciò che vedono diventa qualcosa di normale e banale. Il problema, a mio avviso, non è tanto l’atto in sé, ma la mancanza di tutto ciò che dovrebbe esserci dietro a quell’atto. Innanzitutto consapevolezza di cos’è il sesso, di cos’è l’intimità, del rapporto a due che porta naturalmente al contatto fisico. Il sesso come puro atto di piacere fisico è sempre esistito, questo è chiaro, ma che diventi un gioco per sentirsi più fighi ad un’età in cui il pensiero, la morale, i valori, i principi si stanno formando e radicando, mi pare qualcosa di preoccupante.

Preoccupante è immaginare che ragazzi così giovani trovino nell’alcol, nella droga e nel sesso le loro chiavi di divertimento; forse se avessero qualche anno in più, ma a 14 e 12 anni mi sembra davvero prematuro. E in tutto questo i genitori che ruolo hanno? C’è un educazione che aiuti ad avvicinare a questi temi? Io ricordo che mia madre mi parlava spesso dei rischi delle sostanze alteranti, di cosa fosse il sesso e di quale tipo di approccio era opportuno avere. Ora i genitori si prendono carico di accompagnare i figli nella loro crescita che di certo porterà all’incontro con questi argomenti? E nel momento in cui il sesso diventa un puro atto fisico che non tiene conto dell’altro, quanto elevato è il rischio che la violenza sessuale perda i suoi contorni e non venga percepita come tale da chi la compie? Io credo che molti fenomeni sociali che hanno preso una deriva a causa del web e dei social media debbano essere riportati all’interno di un limes che ha perso la sua capacità di contenimento. Di sicuro se ne beneficerebbe in termini di rispetto per il prossimo, ma soprattutto di crescita sana dell’individuo che affronta e vive le fasi della vita come tappe che contribuiscono alla formazione di persone equilibrate emotivamente e psicologicamente.

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