Il dibattito su Fox News? Contro Trump accuse trite e ritrite, buone solo alla propaganda Democratica
Nel primo dibattito presidenziale su Fox News, Biden e il moderatore Chris Wallace hanno incalzato il presidente sul suo “nazismo”, una accusa trita e ritrita, ovviamente gia’ respinta varie volte da anni ma che viene sempre utile alla propaganda Democratica. I media, che sono il megafono del partito di Biden, non si sono fatti scappare l’occasione di farne anche stavolta il tema del giorno dopo, chiedendo al portavoce della Casa Bianca di “chiarire” se Trump condanna i suprematisti bianchi. ”Non credo che ci sia qualcosa da chiarire", ha detto il direttore delle comunicazioni di Trump, Bianca Alyssa Farah a Fox News. “Il presidente ha detto loro (i suprematisti del gruppo dei Proud Boys, citati da Biden NDR) di fare un passo indietro, di uscire di scena. Questo e’ un presidente che aumenta le risorse federali quando i crimini violenti lo richiedono nelle città. Trump e’ il leader e non ha bisogno di alcun tipo di vigilantismo", ha continuato Farah. "Non è mai quello che abbiamo chiesto. Quello che abbiamo chiesto è che i sindaci democratici e i governatori democratici richiamino le risorse che siamo pronti a mettere a disposizione”. Hogan Gidley, il segretario stampa nazionale per la campagna Trump, è stato ancora più energico nella sua condanna dei Proud Boys e nella sua interpretazione delle parole del presidente.
“Trump vuole che si tolgano di mezzo. Vuole che non facciano le cose che dicono di voler fare", ha detto Gidley. "Questo gruppo è un gruppo riprovevole.” Parole chiare, ma che non piacciono ai liberal e saranno quindi subito dimenticate, non riconosciute. Ci sono precedenti. Biden aveva lanciato la sua campagna sostenendo che Trump stava dalla parte del Ku Klux Klan, riportando falsamente le dichiarazioni del presidente dopo l’episodio di Charlotteville, in cui una manifestante di sinistra perse la vita, investita da un suprematista in auto. Ecco che cosa avevo scritto, ricostruendo i fatti e le dichiarazioni di allora, nel Capitolo 8 del mio libro “Il Guerriero Solitario - Trump e la Mission Impossible” (Mind Edizioni). “Da parte di Trump, ha sostenuto Biden, aver detto: ‘C’erano persone molto buone da entrambe le parti’ ha affermato ‘un’equivalenza morale tra coloro che diffondono l’odio e quelli che hanno il coraggio di opporsi’ e ‘ha scioccato la coscienza della nazione’. Questi i fatti: nel corso di una manifestazione di nostalgici della Confederazione sudista che protestavano pacificamente contro la rimozione di una statua dedicata al generale Robert E. Lee, c’era stato uno scontro tra i militanti Antifa (sigla per antifascists, nome-ombrello che in America raggruppa gli estremisti violenti mascherati di nero) e gruppi di suprematisti bianchi e di neonazisti. Un suprematista, James Alex Fields Jr., investì e uccise con la sua auto Heather D. Heyer, una manifestante di sinistra.
Nel suo commento a caldo Trump condannò l’episodio criminale, ma aggiunse che “c’erano persone molto buone da entrambe le parti”. La frase, da allora, è stata citata alla nausea per condannarlo come razzista e nazista. Cosa più che legittima se fosse andata davvero così. Invece si è trattato, fin dall’inizio, di una consapevole distorsione delle sue parole da parte dei media. Trump non aveva mai tracciato un’equivalenza – che sarebbe stata davvero aberrante – tra le persone “buone” tra i suprematisti e quelle “buone” che protestavano contro i pacifici filoconfederati. Trump aveva subito chiarito che il suo ‘C’erano persone buone’ non era di sicuro riferito ai nazisti e ai suprematisti, bensì alla gente pacifica che era andata lì, in piazza, a una manifestazione autorizzata perché provava una forte passione per il monumento di Robert E. Lee, eretto nel 1924: ‘Un grande generale, che vi piaccia o meno’, aveva detto Trump. E il presidente, nel giorno stesso del tragico incidente, aveva anche dichiarato: ‘Condanniamo nei termini più forti possibili questa esibizione impressionante di odio, bigottismo e violenza da molte parti. Da molti lati’. Il presidente aveva aggiunto di aver parlato con il governatore della Virginia Terry McAuliffe: ‘Abbiamo concordato che l’odio e la divisione devono fermarsi e devono fermarsi immediatamente. Dobbiamo unirci come americani con amore per la nostra nazione e vero affetto – davvero, e lo dico così fortemente – vero affetto reciproco’. La condanna era per gli opposti estremisti, per i facinorosi di destra e di sinistra che si erano scatenati nella guerriglia urbana. Due giorni dopo, il 14 agosto 2017, Trump rilasciò un’ulteriore dichiarazione della Casa Bianca in cui fustigò ‘kkk, neonazisti, suprematisti bianchi’: ‘Come ho detto sabato, condanniamo nei termini più forti possibili questa esibizione impressionante di odio, bigottismo e violenza. Non ha spazio in America. E, come ho già detto molte volte, non importa il colore della nostra pelle, viviamo tutti secondo le stesse leggi, onoriamo tutti la stessa grande bandiera e siamo tutti creati dallo stesso Dio onnipotente. Dobbiamo amarci l’un l’altro, mostrare affetto l’uno per l’altro e unirci insieme per condannare l’odio, il bigottismo e la violenza. Dobbiamo riscoprire i legami di amore e lealtà che ci uniscono come americani. Il razzismo è malvagio. E quelli che causano violenza in suo nome sono criminali e delinquenti e, tra costoro, il Ku Klux Klan, i neonazisti, i suprematisti bianchi e altri gruppi di odio che sono ripugnanti, e contrari a tutto ciò a cui teniamo come americani’. Chiaro? Lo è per chi è in buona fede e accetta la realtà”. Concludevo cosi’, e l’affermazione vale ancora oggi.