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"L'ufficiale e la spia": Polanski rievoca l'affaire-Dreyfuss come meglio non si potrebbe

Giorgio Carbone
Giorgio Carbone

Nato a Tortona (Al) il 19 dicembre 1941. Laureato in giurisprudenza a Pavia. Giornalista dal 1971. Per 45 anni coniugato all'attrice Ida Meda. Due figli. Critico cinematografico (titolare) per "La Notte" dal 1971 al 1995. Per "Libero" dal 2000 a oggi. Autore di tre dizionari: Dizionario dei film (dal 1978 al 1990); Tutti i film (dal 1991 al 1999); Dizionario della tv (1993).

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L'UFFICIALE E LA SPIA
Sky Cinema 2 ore 21.15. Con Jean Dujardin, Louis Garrel e Emmanuelle Seigner. Regia di Roman Polanski. Produzione Francia 2019. Durata: 2 ore e 13 minuti

LA TRAMA
È la storia del caso Dreyfuss che sconvolse la Francia alla fine dell'800. Documenti segreti vengono trafugati allo stato maggiore francese e mandati a quello prussiano (la Prussia non è ancora il nemico, ma lo sarà 20 anni dopo). I sospetti cadono su un capitano inviso agli alti comandi perchè ebreo. Dreyfuss è accusato di alto tradimento, processato e condannato. Finirebbe i suoi giorni alla Guiana se uno scrittore famoso, Emile Zola non intraprendesse una vigorosa campagna innocentista. Dreyfuss è liberato, ma i sospetti su di lui non cadrebbero del tutto se a un dato punto il vero traditore rifugiato in Prussia (quindi impunibile) non ammettesse bellamente il misfatto.

PERCHÈ VEDERLO
Perché Polanski, magari per ragioni personali (è un ebreo per anni perseguitato dalla giustizia ed evidentemente ama identificarsi in un altro ebreo famoso vittima di un eroe giudiziario) rievoca l'antico affare Dreyfuss come meglio non si potrebbe. Per il rigore della ricostruzione storica e la narrazione fluida e coinvolgente. L'eroe del film non è comunque Dreyfuss, ma il colonnello Picquart (Dujardin) che cercò subito di scagionare Dreyfuss e venne assurdamente stoppato dai suoi superiori.

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