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"Il discorso del Re": una solida interpretazione di Colin Firth

Giorgio Carbone
Giorgio Carbone

Nato a Tortona (Al) il 19 dicembre 1941. Laureato in giurisprudenza a Pavia. Giornalista dal 1971. Per 45 anni coniugato all'attrice Ida Meda. Due figli. Critico cinematografico (titolare) per "La Notte" dal 1971 al 1995. Per "Libero" dal 2000 a oggi. Autore di tre dizionari: Dizionario dei film (dal 1978 al 1990); Tutti i film (dal 1991 al 1999); Dizionario della tv (1993).

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IL DISCORSO DEL RE
Sky cinema 2 ore 21.15. Con Colin Firth, Geoffrey Rush, Helena Bonham Carter. Regia di Tom Hooper. Produzione Gran Bretagna 2010. Durata: 2 ore

LA TRAMA
1936. Bertie duca di York divenuto controvoglia re Giorgio VI d'Inghilterra dopo l'abdicazione del fratello Edoardo, ha tra gli altri il grosso problema della balbuzie che gli impedisce di parlare in pubblico. Anche se di discorsi forti e veementi l'Inghilterra ha bisogno. Si profilano tempi cupi. Tre anni dopo ci sarà la guerra. La moglie lo consiglia di rivolgersi a un logopedista. Ottimo consiglio. Nel 1939 quando parte il secondo conflitto mondiale, Bertie- Giorgio sarà in grado di fare in pubblico una tirata che infiammerà la nazione. 

PERCHÈ VEDERLO
Perché Colin Firth (pur non somigliando affatto al sovrano) dà un'interpretazione solida e convincente. E la sceneggiatura predispone infallibili trappole emozionali. La storia di Bertie è congegnata come un film di Rocky- Stallone. Anche qui abbiamo uno sfigato sottovalutato da tutti (genitori e fratello compresi) che può appoggiarsi solo alla moglie e al manager. E vince. Come tanti coraggiosi e sfigati dello schermo.

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