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"Rambo last blood", Sylvester Stallone sa mettere in moto le macchine emozionali

Giorgio Carbone
Giorgio Carbone

Nato a Tortona (Al) il 19 dicembre 1941. Laureato in giurisprudenza a Pavia. Giornalista dal 1971. Per 45 anni coniugato all'attrice Ida Meda. Due figli. Critico cinematografico (titolare) per "La Notte" dal 1971 al 1995. Per "Libero" dal 2000 a oggi. Autore di tre dizionari: Dizionario dei film (dal 1978 al 1990); Tutti i film (dal 1991 al 1999); Dizionario della tv (1993).

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RAMBO LAST BLOOD
Sky Action ore 21. Con Sylvester Stallone, Paz Vega, Louis Mandylor. Regia di Adrian Grunberg. Produzione USA 2019. Durata: 1 ora e 30

LA TRAMA
Rambo numero 5 (salvo errore). Il durissimo dopo anni di peregrinazioni e di scontri all'ultimo sangue (in Vietnam, in Afghanistan, in Thailandia) è tornato a casa in Arizona e ora si gode l'età pensionabile nel ranch di famiglia. Ma anche lì trova gente poco raccomandabile, un gang che fa la tratta delle bianche tra Stati Uniti e Messico. La nipote di un'amica è stata rapita da una banda di trafficanti e l'amica ha chiesto aiuto a Rambo. Lui naturalmente si presta e passa la frontiera a indagare. Ma non è più il Rambo degli esordi (meglio, è sempre lui, ma è fuori allenamento e fa fatica a carburare). Al primo scontro coi malviventi quasi ci rimette le penne. Poi riesce a darsi una mossa. Riporta la ragazza in America e attende i gangster al varco. Quelli arrivano presto, ma Rambo ha allestito il suo ranch come una fortezza. Venderà cara la pelle. Anzi si prenderà la pelle di tutti i trafficanti.

PERCHÈ VEDERLO
Perché Stallone è bravo anche a predisporre i "seguiti". Cioè sa sempre come mettere in moto le macchine emozionali. E ha scovato "cattivi" di plausibile ferocia ( i messicani valgono come efferatezza i precedenti mercenari della Thailandia e i comunisti dell'Afghanistan).

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