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"Il treno", uno dei migliori film di guerra degli anni '60

Giorgio Carbone
Giorgio Carbone

Nato a Tortona (Al) il 19 dicembre 1941. Laureato in giurisprudenza a Pavia. Giornalista dal 1971. Per 45 anni coniugato all'attrice Ida Meda. Due figli. Critico cinematografico (titolare) per "La Notte" dal 1971 al 1995. Per "Libero" dal 2000 a oggi. Autore di tre dizionari: Dizionario dei film (dal 1978 al 1990); Tutti i film (dal 1991 al 1999); Dizionario della tv (1993).

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IL TRENO
La 7 ore 23.15. Con Burt Lancaster, Jeanne Moreau e Paul Scofield. Regia di John Frankenheimer. Produzione Usa 1964. Durata: 2 ore e 13 minuti

LA TRAMA
Estate del 1944. La guerra in Europa è ormai arrivata alla fase decisiva. I tedeschi si apprestano a evacuare Parigi. Viene allestito un treno speciale dove caricare le opere d'arte che sono state prelevate durante l'occupazione della città e inviarle a Berlino. Ma un intrepido ferroviere francese , Labiche, vuole impedire il viaggio e sabota la linea durante il trasferimento. Il "treno dell'arte" (così fu chiamato) viene fermato, E Labiche accoppa personalmente il colonnello , un raffinato esteta che l'aveva organizzato.

PERCHÈ VEDERLO
Perché è il caso di dirlo, fila come un treno. Uno dei migliori guerreschi degli anni '60. Se oggi pochi lo ricordano è perchè in seguito è stato poco visto. A causa principalmente del bianco e nero (la fotografia venne puntigliosamente ricalcata su quella di un classico del dopoguerra "La bataille du rail". Ma alla metà degli anni 60 il black and White stava per essere rottamato. La TV a colori reclamava anche i colori per i film che venivano proposti (o riproposti). Il bianco e nero in televisione diventava segno di vecchio e di "povero".

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