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"La notte dell'agguato", dove la tensione è veramente alta 

Giorgio Carbone
Giorgio Carbone

Nato a Tortona (Al) il 19 dicembre 1941. Laureato in giurisprudenza a Pavia. Giornalista dal 1971. Per 45 anni coniugato all'attrice Ida Meda. Due figli. Critico cinematografico (titolare) per "La Notte" dal 1971 al 1995. Per "Libero" dal 2000 a oggi. Autore di tre dizionari: Dizionario dei film (dal 1978 al 1990); Tutti i film (dal 1991 al 1999); Dizionario della tv (1993).

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LA NOTTE DELL'AGGUATO
Iris ore 21. Con Gregory Peck, Eva Marie Saint e Robert Forster. Regia di Robert Mulligan. Produzione Usa 1969. Durata: 1 ora e 49 minuti

LA TRAMA
Uno scout dell'esercito durante una scorreria in un villaggio indiano trova una donna bianca, rapita anni prima e costretta a diventare la squaw del capo. Lo scout prende con sè la donna e il figlio piccolo (figlio del capo) e li porta nella sua casa tra i boschi. Ma il capo (che era assente al momento della scorreria) insegue il trio e uccide tutti quelli che incontra nell'inseguimento. Lo scout lo aspetta a piè (quasi) fermo. E' deciso a uccidere il padre e tenersi il figlio. Ma forse non andrà così. Forse quel piccolo mezzo indiano sarà un adulto indiano.

PERCHÈ VEDERLO
Perché la tensione è veramente alta. Perché quel formidabile guerriero pellerossa (che non si vede mai tranne che all'ultimo minuto) è un antagonista come raramente s'è visto in un western.

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