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"Il pianeta proibito", un grande fanta anni '50? Come una laurea tedesca in ingegneria

Giorgio Carbone
Giorgio Carbone

Nato a Tortona (Al) il 19 dicembre 1941. Laureato in giurisprudenza a Pavia. Giornalista dal 1971. Per 45 anni coniugato all'attrice Ida Meda. Due figli. Critico cinematografico (titolare) per "La Notte" dal 1971 al 1995. Per "Libero" dal 2000 a oggi. Autore di tre dizionari: Dizionario dei film (dal 1978 al 1990); Tutti i film (dal 1991 al 1999); Dizionario della tv (1993).

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IL PIANETA PROIBITO
Iris, ore 17.15. Con Walter Pidgeon, Anne Francis, Leslie Nielsen. Regia di Fred McLeod  Wilcox. Produzione Usa 1956. Durata: 1 ora e 38 minuti

LA TRAMA
Uno dei classici della fantascienza negli anni 50, L'azione si svolge nel 2020 (cioè tre anni fa, ma allora gli anni a venire erano 66 e pareva un futuro remoto). Nel 2020 pensavano i soggettisti la corsa allo spazio sarebbe stata avanzatissima e i viaggi da un pianeta all'altro non più complicati che a prendere due tram. Un'astronave comandata da un giovane Leslie Nielsen (30 e passa anni prima della "Pallottola spuntata") arriva sul pianeta Altair collo scopo di ritrovare i sopravissuti di una missione precedente. Ma su Altair gli astronauti trovano solo uno scienziato e la sua bella figlia. Presto però sono aggrediti da un'orda di mostri generati dall'inconscio malato dello scienziato. I terrestri sopravvivono a malapena e abbandonano il pianeta maledetto (portandosi dietro però la bella bionda).

PERCHÈ VEDERLO
Perché essere un grande fanta negli anni 50 equivaleva a una laurea  tedesca in ingegneria. Tutte le belle idee che alimentarono la science fiction nei decenni successivi furono partorite in quel periodo. "Pianeta Proibito" poi parte da una pensata geniale: prendere la trama della "Tempesta" di Shakespeare e adattarla a una saga di astronavi.

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